Netanyahu, l'ultimatum dopo la morte di Sinwar: «Se rilasciano gli ostaggi questa guerra può finire»

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Ucraina Guerra tra Gaza e Israele

La grande caccia è finita. Nel modo forse più imprevedibile e inatteso per un epilogo inseguito da 377 giorni. Yahia Sinwar, la mente del 7 ottobre, il massacro di 1200 persone tra bambini donne, giovani e anziani, il rapimento di 251 perone e di una lunga serie di altri orrori e nefandezze che gli avevano fatto guadagnare l’appellativo di “macellaio di Khan Younis”, è stato ucciso. La conferma arriva nel tardo pomeriggio di ieri, dopo un giorno di voci, indiscrezioni, dichiarazioni coperte dall’anonimato, ma la cautela in questi casi fa parte di un copione già visto in occasione delle altre uccisioni eccellenti, da Deif, a Haniye a Nasrallah. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altri media

"Con la morte di Yahya Sinwar viene meno il principale responsabile del massacro del 7 ottobre 2023. Così in una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. (Tiscali Notizie)

Israele ha decapitato i suoi due più temibili nemici “vicini”, Hamas ed Hezbollah, e si prepara al secondo autunno di guerra, questa volta su un doppio fronte. Il capo militare palestinese, Mohammed Deif, è stato ucciso il 13 luglio in un raid a Khan Younis, sepolto sott… (La Stampa)

GERUSALEMME — Che la morte di Yahya Sinwar possa considerarsi una buona notizia per la sorte degli ostaggi, secondo Danny Elgarat, è ancora tutto da vedersi. «È il momento di muoversi, con la massima urgenza». (la Repubblica)

Tre in fuga, i colpi delle reclute: ucciso «per caso» il capo Sinwar

Dichiarazione congiunta Ue-Paesi del Golfo: “Condanna e preoccupazione per gli attacchi all’Unifil” (la Repubblica)

La conferma è arrivata dalla polizia israeliana, con un comunicato ufficiale, nel pomeriggio di giovedì 17 ottobre, dopo che una serie di notizie avevano iniziato a circolare sui social media e che l'esercito israeliano aveva detto di dover «verificare» la possibilità. (Corriere della Sera)

Sono in tre. Immobili quanto è rigido il volto che stanno studiando. (Corriere della Sera)