Addio Glauco Mauri il “maestro sciamano” del Teatro italiano

“I grandi non barano mai”, diceva, e infatti è uscito di scena col De profundis di Oscar Wilde, suo ultimo spettacolo, recitato per una sola sera a Pesaro, sua città natale, il 20 settembre. Per le date romane non ce l’ha fatta: Glauco Mauri è morto sabato notte, a quasi 94 anni. Li avrebbe compiuti … (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri giornali

Io ho avuto la fortuna di avere come amici Riccardo III, Zio Vanja, Edipo, la notte ho parlato con loro, tentando di comprenderli»; «il teatro serve alla vita perché pone domande, mette in moto corde personali che non avevano mai vibrato»; «gli spettacoli belli non sono sempre utili, quelli utili sono sempre belli; «una frase di Brecht mi ha colpito: “Tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte, quella di vivere»: pensieri nobili di una creatura nobile e perbene, che ha posto la propria anima educata, profonda e gentile al servizio dell’arte prescelta in gioventù: è morto l’altra notte a Roma Glauco Mauri (ilmattino.it)

In settant'anni di palcoscenico, centinaia di repliche e in modi così penetranti e unici, Mauri per molti non solo è stato, ma sarà sempre Lear, Vania, Edipo, e poi Prospero e Martino Lori, Fauste Hamm. (il Giornale)

Al Ponchielli Mauri è stato Prospero nella Tempesta nel 1997, Enrico IV di Pirandello nel 1999, Raskolnikov di Delitto e castigo di Dostoevskij nel 2006, Faust di Goethe nel 2008: solo per citare alcuni degli spettacoli che hanno visto l’attore protagonista sulla scena cremonese, esempio di quel teatro di rappresentazione che sapeva ricondurre alla semantica della tradizione ogni allestimento con eleganza e raffinatezza. (La Provincia di Cremona e Crema)

Addio a Glauco Mauri, l’attore nato nel 1930 e morto nella tarda serata di ieri alle soglie dei 94 anni che avrebbe compiuto l’1 ottobre. (L'Unione Sarda.it)

D’estate tornava sempre a Pesaro, per trascorrere un periodo completamente dedicato alla madre che amava teneramente, e anche agli amici di infanzia. Andavano a giocare a tennis nelle ore più calde, le due, le tre, sui campi in terra rossa di viale Trieste, che da tanto tempo non esistono più, all’altezza dell’Hotel Brig, anch’esso scomparso. (articolo21)

Di Giacomo Martini (Report Pistoia)