Germania: ad attendere Navalny “numerose ambulanze” – Imola Oggi

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Imola Oggi ESTERI

C’e’ un giallo sull’atterraggio a Berlino dell’aereo con il quale e’ stato trasferito nella capitale tedesca il dissidente russo Aleksei Navalny, in gravissime condizioni di salute, vittima – secondo i suoi collaboratori – di un tentativo di avvelenamento.

Fino ad ora non sono state fornite spiegazioni relative al cambiamento dell’ultimo minuto.

Il 44enne dissidente russo dovra’ essere immediatamente trasferito all’ospedale della Charite’, considerato uno dei migliori d’Europa. (Imola Oggi)

La notizia riportata su altri media

Alexei Navalny trasportato in Germania per le cure. (Zazoom Blog)

Semplice, 'ogni suo passo era cont… - seidimassafra : Navalny trasferito a Berlino, 'condizioni stabili' -. Ultime Notizie dalla rete : Navalny seguito Alexey Navalny è in coma ma le “condizioni sono stabili” Il Fatto Quotidiano Navalny seguito e spiato dalla polizia in Siberia. (Zazoom Blog)

«Solo quando avremo scoperto cosa è successo a Navalny potremo cercare di capire chi lo ha voluto colpire». Tutto considerato, quindi, si capirà perché gli amici di Navalny vedono tranelli e trame oscure ad ogni giro degli eventi. (Corriere del Ticino)

Dopo un iniziale rifiuto, nella mattinata di sabato 22 Agosto 2020, i medici hanno deciso di trasferire Navalny all’ospedale Charité di Berlino, in Germania. Alexei Navalny trasferito in Germania. Durante la conferenza stampa di venerdì 21 Agosto, Murakhovsky aveva detto che Navalny avrebbe sofferto di “disturbi metabolici” e di un “forte calo dei livelli di zucchero nel sangue”. (Yahoo Notizie)

Inoltre sembra, secondo i sostenitori del dissidente russo Alexei Navalny, che – dietro ai ritardi ed al caos generato da questa situazione particolare – ci sia addirittura Mosca e, più nello specifico, il Cremlino. (Fidelity News)

Immagini rubate durante il tragitto dall'ospedale lo mostrano in coma, attaccato al ventilatore portatile, con la mascherina chirurgica sul volto. Per i dottori della Charité si trattava di un veleno che non sono riusciti a identificare perché al momento del ricovero era già stato eliminato dall’organismo. (La Tribuna di Treviso)