Cremlino, 'cautamente ottimisti per la pace in Ucraina'
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Secondo il Cremlino c'è ragione di essere "cautamente ottimisti" su una soluzione del conflitto in Ucraina, dopo un colloquio la scorsa notte tra il presidente Vladimir Putin e l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff a Mosca. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Una decisione su un nuovo colloquio telefonico fra Putin e il presidente americano Donald Trump verrà presa dopo che Witkoff avrà riferito a Washington un messaggio di Putin, ha aggiunto Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti (Tiscali Notizie)
La notizia riportata su altri media
Dopo l’incontro tra le delegazioni statunitense e ucraina, avvenuto lo scorso 11 marzo a Gedda, in Arabia Saudita, e la dichiarazione congiunta sulla disponibilità a una tregua di 30 giorni, l’attesa per una risposta da parte del Cremlino era forte. (Valigia Blu)
Donald Trump definisce «promettente» ma «non completa» la dichiarazione con cui Vladimir Putin risponde all’offerta di una tregua di trenta giorni. Il botta e risposta fra Washington e Mosca va in scena mentre nello Studio Ovale è seduto il capo dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte… (La Stampa)
Per gli ucraini il «sì» raggiunto martedì scorso in Arabia Saudita è stato sostanzialmente un modo per ottenere di pacificare le relazioni con l’amministrazione Trump, dopo la crisi scoppiata nell’incontro del 28 febbraio tra Zelensky, il presidente Usa e il suo vice JD Vance. (Corriere della Sera)
"Ieri abbiamo avuto delle discussioni molto buone e produttive con il presidente russo Vladimir Putin e ci sono buone chance che questa orribile e sanguinosa guerra possa finalmente finire" scrive su Truth il presidente americano, riferendosi al colloquio di ieri sera a porte chiuse del cap… (L'HuffPost)
Ma dal Cremlino, Dmitry Peskov, dichiara che ci sono ragioni per un "cauto ottimismo" su un accordo di pace, ma solo dopo ulteriori colloqui tra i leader delle due potenze Obiettivo temporeggiare (Secolo d'Italia)
Quasi in contemporanea, i 27 Paesi Ue hanno approvato il rinnovo di sei mesi delle sanzioni individuali a danno della Russia fino al 15 settembre 2025 attraverso la procedura scritta, superando così il veto di Budapest che aveva chiesto di depennare alcuni nomi. (Il Sole 24 ORE)