Romania, quanto trumpismo c’è in Georgescu
Romania, quanto trumpismo c’è in Georgescu Călin Georgescu, candidato ultranazionalista alla presidenza della Romania, sta catalizzando l’attenzione con una campagna che promette di rendere il Paese autosufficiente e di liberarlo dall’influenza delle grandi multinazionali. La sua vittoria a sorpresa nel primo turno delle elezioni presidenziali, il 24 novembre, lo ha portato al centro del dibattito politico, con un messaggio di sovranismo economico e critiche aperte all’Unione Europea e alla NATO. (Start Magazine)
La notizia riportata su altre testate
Le elezioni legislative della Romania hanno confermato quanto già si temeva alla vigilia, allorché i sondaggi davano in forte ascesa l’Aur, il partito fondato nel 2019 da George Simion (quarto alle presidenziali superato dal suo delfino Calin Georgescu che è finito al primo posto), che dopo il primo exploit del 2020, quando alle prime elezioni si attestò a poco meno del 10%, ha quasi raddoppiato le proprie preferenze chiudendo oltre il 18%. (il manifesto)
Ieri (1 dicembre) i socialdemocratici (Psd) hanno vinto le elezioni legislative con il 22,4 per cento dei voti. Bruxelles – Dal 24 novembre, data del primo turno delle elezioni presidenziali che hanno sancito il ballottaggio tra il filo-russo Călin Georgescu e la liberale Elena Lasconi, i riflettori dell’Ue sono puntati costantemente su Bucarest. (EuNews)
Il riconteggio era stato deciso a causa delle accuse lanciate da Christian Terhes, un candidato anticipatamente ritiratosi dalle elezioni, che sosteneva che i suoi voti fossero stati illecitamente trasferiti al filo russo Calin Georgescu, arrivato poi in testa al primo turno con il 22.9 per cento dei voti. (EuropaToday)
Il blocco dell'ultradestra, come emerso dalle parlamentari di ieri, può contare su tre partiti entrati in parlamento e che insieme superano il 31% - Aur con il 17,9%, Sos Romania che ha ottenuto il 7,3% e la formazione giovanile Pot con il 6,4%. (Corriere del Ticino)
Un’avanzata, quella dell’ultradestra, che osservatori e analisti collegano alle persistenti difficoltà economiche in Romania e alle inquietudini e preoccupazioni suscitate dalla guerra nella confinante Ucraina. (RSI Radiotelevisione svizzera)
A prima vista, una cifra molto bassa anche per gli standard del nostro Paese, dove la partecipazione è sempre più in calo. In realtà, la percentuale emersa nel voto di domenica è più alta di venti punti rispetto alle elezioni di quattro anni fa ed è una delle più alte dalla caduta del comunismo. (Inside Over)