Morte Luana D’Orazio, la titolare della fabbrica rompe il silenzio

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Vesuvius.it INTERNO

La morte di Luana D’Orazio ha portato ad un’indagine che coinvolge due persone dell’azienda in cui lavorava: la titolare rompe il silenzio.

Voglio solo ribadire il mio dolore, assieme ai miei familiari e a tutti coloro che lavorano in azienda”

Luana D’Orazio, le parole della titolare sulla sua morte. Prima di tutto la proprietaria dell’azienda ribadisce come anche i suoi familiari lavorino alle macchine. (Vesuvius.it)

Su altri giornali

Poi ho letto sia un macchinario che permette di preparare l'ordito, in modo che possa essere montato su un telaio da tessitura. "Non si può morire di lavoro a 22 anni", ecco per cominciare io direi neanche a 70. (Fanpage.it)

Non è quindi solo la solidarietà di un datore di lavoro ma anche di una compagna di lavoro. Alle macchine lavoro anch’io, vi lavorano mio figlio e mio marito. (Corriere Fiorentino)

La nonna rivela poi che Luana "tempo fa mi aveva raccontato di aver sentito la maglia tirare e di essersela subito infilata nei pantaloni. Ora voglio far sapere alla famiglia, agli amici di Luana, ai nostri lavoratori che intendo esprimere il mio dolore attraverso l’impegno per la famiglia di Luana e il suo piccolo" (Quotidiano.net)

Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma". Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, avrebbe manifestato la volontà di essere presente alle esequie a Pistoia (Today)

Gli inquirenti martedì hanno ascoltato anche alcuni colleghi della giovane per ricostruire con esattezza la dinamica dell’infortunio mortale. “Alle macchine lavoro anch’io, mio figlio e mio marito“: è quindi “la solidarietà anche di una compagna di lavoro”. (Il Fatto Quotidiano)

E quasi, nessuno se ne è accorto, se non quando era troppo tardi, se non quando tutto era finito, la sua vita irrimediabilmente persa. Quasi sempre è la mancata cura di una vita affaticata, il mancato rispetto delle norme di sicurezza, il ritmo disumano della produzione. (Il Riformista)