Salvini scherza sulla Commissione Ue: «La delega alla Casa a un nordeuropeo? Ma lì sono abituati alle renne...»

Matteo Salvini scherza sui componenti della nuova Commissione europea. Si dice soddisfatto per la nomina di Raffaele Fitto, ma il vicepremier ha da ridire su altre scelte. «Per quello che riguarda la commissione Ue vediamo, entrerà in carica a novembre, io sono contento che sia Fitto a rappresentare non il centrodestra ma 60milioni di italiani. Certo, avere un commissario nord europeo ad occuparsi di casa e energia, diciamo che lì sono più abituati ai laghi e alle renne e ad altri contesti urbanistici che non al centro storico di Bologna, Firenze o le periferie di Milano e Roma». (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

Attivista per il clima da sempre, ma anche tecnocrate e poi diplomatica sempre concentrata sul cambiamento climatico, vice del primo ministro Pedro Sanchez a Madrid dopo essere stata una alquanto ambiziosa ministra del governo socialista spagnolo: oltre agli accordi con sindacati e industria per eliminare carbone e nucleare, Teresa Ribera vanta anche di aver contribuito a stabilire per legge gi&a… (L'HuffPost)

Il punto, nome per nome e ruolo per ruolo, sulle nuove nomine della Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen: il Green deal resta forte con la spagnola Teresa Ribera, ma serve l’appoggio di società civile e industria verde. (sbilanciamoci.info)

Minuti per la lettura L’affaire fitto, la formazione della Commissione europea, le scelte di Ursula creano equilibri difficili in questo mandato bis (Quotidiano del Sud)

Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, intervistato a Formello nell’ambito dell’iniziativa Itaca. Fitto ha un portafoglio importante per la crescita dei territori”. (Agenzia askanews)

Come tradizione, a tanto potere corrisponde tanto controllo. Ha quindi portato a casa la nomina di Raffaele Fitto a commissario europeo alla coesione, e di vicepresidente esecutivo. (L'Opinione delle Libertà)

Non stupisce la cosa ma non può non fare una certa impressione il fatto che i progressisti non riescano a farsi una ragione della più grande vittoria degli ultimi anni. A sinistra in questi ultimi giorni c’è stato persino chi è riuscito a parlare di «sconfitta europea per la Meloni». (Secolo d'Italia)