Seguito l'iter burocratico che non ha evitato gli scontri di sabato

Il documento, "valutata la necessità di predisporre adeguate misure di garanzia del regolare svolgimento dell’iniziativa preavvisata", viene firmato, "letti l’articolo 17 della Costituzione e gli articoli 18 e seguenti del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza" dal questore Antonio Sbordone. Nessuna chiamata da Roma, come ipotizzato dal sindaco Lepore, sarebbe quindi intervenuta a modificare le carte in tavola, soltanto un iter burocratico più volte applicato in caso di analoghe manifestazioni consentite dalla Costituzione. (il Resto del Carlino)

Ne parlano anche altri giornali

«Tutto quello che è successo a Bologna era prevedibile e evitabile, si è scelto scientemente di creare questa situazione a una settimana dal voto per le regionali, si sta creando ad arte una querelle. (La Repubblica)

Parlando alla commissione sulla pandemia, il capo della Federazione dei medici Filippo Anelli riscrive la storia: «I dottori erano liberi di curare come volevano». (La Verità)

Il caso Bologna non si spegne e continua invece lo scontro durissimo che da giorni vede il sindaco Matteo Lepore e il governo sulle opposte barricate. (Corriere della Sera)

Scontri a Bologna, la vicesindaca: «Avevamo chiesto che non avvenisse questo scempio. Caso creato in vista del voto»

Sabato 9 novembre, a Bologna, si è tenuto un corteo di militanti di CasaPound negli stessi momenti in cui sfilava la manifestazione antifascista. Il gruppo di estrema destra ha marciato per le strade del capoluogo emiliano, con le forze dell'ordine che hanno evitato che i due cortei entrassero in contatto tra loro. (Il Sole 24 ORE)

Inutile ricordare qui le risposte del ministro Piantedosi e quelle del premier Giorgia Meloni che hanno messo a tacere lo sbraitare della sinistra che, va sempre ricordato, davanti ad agenti feriti è rimasta muta senza una messaggio di solidarietà o di vicinanza a chi è finito sotto la furia antagonista. (Liberoquotidiano.it)

Anche per queste mancate garanzie abbiamo presidiato pacificamente le piazze della nostra città». «Ero in piazza, sia la mattina sia il pomeriggio, perché la presenza delle istituzioni in queste occasioni non è solo una formalità ma un dovere democratico». (Corriere della Sera)