Il racconto di un salentino in Siria: «Spari a ogni ora, caos e coprifuoco: ecco come si vive oggi»
Articolo Precedente
Articolo Successivo
La guerra in Siria, come un po’ tutti i conflitti, ha (almeno) due facce. La prima è quella commentata come se si trattasse di una partita di Risiko: ci sono le forze governative appoggiate dalla Russia di Putin, i ribelli ex Al Qaeda foraggiati da Erdogan con la collaborazione di Israele, poi c’è il Nord-Est con i curdi e gli americani. La chiamano geopolitica, ma è più simile a un fantacalcio. Poi c’è la facciata nascosta, quella che non risponde alle logiche di semplificazione delle cronache o alle analisi degli osservatori che osservano da lontano. (quotidianodipuglia.it)
La notizia riportata su altri giornali
Milano, 9 dic. - La moschea degli Omayyadi è il luogo di culto più importante di tutta la Siria. Qui all'indomani della caduta di Damasco vengono a pregare e a incontrarsi i siriani per celebrare la fine del regime di Bashar al Assad. (Il Sole 24 ORE)
La Siria si appresta a vivere un momento di svolta critico (con un cauto ottimismo verso il futuro) e i bisogni di bambini e bambine non sono mai stati così urgenti. (Save the Children Italia)
Il modo in cui i ribelli guidati dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham hanno rovesciato il regime di Bashar al-Assad può essere visto come un’estensione della rivolta lanciata nel 2011? Cosa succede nei processi politici e istituzionali una volta che il tiranno è fuggito? Come sono presenti e mobilitati oggi in Siria gli esempi e i controesempi iracheni, egiziani e tunisini? Elementi di risposta con Leyla Dakhli, storica della Siria e specialista in rivoluzioni arabe, curatrice in particolare di Lo Spirito della Rivolta. (PRESSENZA – International News Agency)
Capisco chi ci ha rinunciato. Ha alzato le spalle e ha detto: tro… (la Repubblica)
Oltre il muro di cemento, svetta la bandiera della nuova Siria, verde bianca e nera. Le poche guardie armate controllano distratte i documenti, mentre in lontananza si sentono gli spari di festa dei “rivoluzionari”. (la Repubblica)
Aiutiamo i bambini pure nel loro inserimento: consideri, infatti, che la maggior parte delle famiglie sono povere e i bimbi, invece di andare a scuola, sono costretti a raccogliere l’immondizia per strada per poter racimolare qualche soldo. (Corriere del Ticino)