Non vi piace ma ci conviene: per l’Italia meglio Trump

Non vi piace ma ci conviene: per l’Italia meglio Trump
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ROMA on line INTERNO

È inutile fare quella faccia. Smettetela di arricciare il naso e semmai turatevelo. Perché questa è una mera questione d’interessi nazionali. Simpatie e antipatie politiche non c’entrano nulla. Non vi piace? Lo trovate insopportabile? Quel suo fare da attempato gradasso vi urta? I suoi slogan e la sua demagogia ve lo fanno considerare un inadatto a governare? Ok, tutto giusto. Ma se davvero Donald Trump, come ha rivelato il giornalista del Watergate, Bob Woodward ha parlato con Vladimir Putin almeno sette volte da quando è uscito dalla Casa Bianca, e soprattutto lo ha fatto anche agli inizi del 2024, allora sarà meglio che vi mettiate l’anima in pace. (ROMA on line)

Se ne è parlato anche su altri giornali

. (La Nuova Venezia)

Quando la vittoria del tycoon ai danni di Kamala Harris sembra solo una questione di formalità, sono tantissime le reazioni che arrivano dalla politica internazionale e dall’interno dei confini della politica italiana. (il Giornale)

Reazione di Giorgia Meloni alla vittoria di Donald Trump alle elezioni Usa: “A nome mio e del Governo italiano, le più sincere congratulazioni al Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni ‘sorelle’, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. (LAPRESSE)

Buongiorno, notte

Non è più come una volta, quando l’America s’intrometteva nelle nostre faccende e addirittura ci vantavamo di essere l’alleato più fedele dello Zio Sam. (L'HuffPost)

"Donald Trump ha vinto in modo netto le elezioni americane e sarà il 47 Presidente degli Stati Uniti. Ci sono tante riflessioni che il mondo politico può e deve fare su questo chiaro responso delle urne ma il primo dovere morale e civile è riconoscere il risultato con le congratulazioni al vincitore e l'onore delle armi alla sconfitta Kamala Harris. (l'Adige)

Trump ha vinto puntando sui suoi bersagli di sempre: omosessuali, migranti, poveri (anche quelli che ha illuso con guerre tra disperati), donne e giornalisti. Ma, soprattutto, la vittoria di Trump racconta il divario tra il Paese e chi prova a descriverlo (left)