Preso in giro per il cognome e costretto a subire calci sui genitali: perché il 15enne di Senigallia si è tolto la vita

Proseguono le indagini. Aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Preso in giro per il suo cognome, costretto a subire calci sui genitali e in altre parti del corpo, costantemente deriso. Queste sarebbero le motivazioni che avrebbero portato al suicidio L.C., il 15enne di Senigallia trovato morto ieri mattina in una casolare del territorio, secondo quanto riporta Fanpage.it. Il ragazzino era uscito di casa con la pistola del padre, la stessa arma che poi avrebbe rivolto contro se stesso per togliersi la vita. (infodifesa.it)

Ne parlano anche altri media

Rottura del patto sociale persona-comunità, mancanza di educazione all’interiorità, estromissione del principio di trascendenza. Queste, per l’antropologo Mario Pollo, le cause del vulnus educativo davanti agli occhi di tutti. (Servizio Informazione Religiosa)

La villetta in cui abitava con il papà dista dal casolare abbandonato dove, poggiato a un muro esterno, lo hanno trovato privo di vita — pistola in mano, un colpo alla testa — un paio di chilometri. (Corriere della Sera)

"Profondo dolore e sgomento”. (Sky Tg24 )

La tragedia di Leo, tormentato dai bulli si uccide a 15 anni con la pistola del papà

I conoscenti della famiglia, in paese, parlano di una situazione di normalità, non erano note condizioni di disagio del ragazzo. AgenPress – L’ipotesi che il ragazzo potesse essere stato vittima di bullismo è oggetto di verifiche da parte degli inquirenti, un fascicolo è stato aperto in Procura per istigazione al suicidio. (Agenpress)

Indagini in corso da parte dei Carabinieri di Senigallia per ricostruire le motivazioni che possano aver spinto il giovanissimo Leonardo a togliersi la vita nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 ottobre. (Senigallia Notizie)

Dal secondo giorno nella nuova classe hanno iniziato a sfotterlo per il suo cognome. Gli dicevano cose talmente orribili che, quando Leonardo Calcina si è confidato con i genitori, non ha voluto nemmeno ripetere, perché era un ragazzo educato. (La Stampa)