Crisi di governo in Germania, Scholz licenzia il ministro delle Finanze Lindner
Il ministro avrebbe oggi proposto a Scholz e al titolare dell'Economia Robert Habeck di indire nuove elezioni a inizio 2025. Il cancelliere ha motivato la decisione di licenziare Lindner con la necessità di "evitare danni al Paese". "Troppe volte ha tradito la mia fiducia", ha aggiunto Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha licenziato il suo ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner. Secondo la Bild, oggi Lindner, in occasione della riunione del comitato di coalizione in corso presso la Cancelleria a Berlino, aveva proposto a Scholz e al ministro dell'Economia Robert Habeck di indire nuove elezioni a inizio 2025. (Sky Tg24 )
Su altre fonti
PUBBLICITÀ Licenziato il ministro delle Finanze, Christian Lindner, che mercoledì ha proposto elezioni anticipate. L'opposizione chiede al governo Scholz di affrontare la crisi nelle urne e dare risposte a un'Europa messa in difficoltà su Nato e Ucraina dall'elezione di Trump alla Casa Bianca (Euronews Italiano)
Alla fine la maggioranza di governo non ce l’ha fatta, e da ieri pomeriggio la Germania è entrata politicamente in zona “anatra zoppa”, con un governo che difficilmente sarà nelle condizioni di governare, e il cui destino appare definitivamente segnato. (La Stampa)
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese Di Euronews (Euronews Italiano)
Il ministro delle Finanze dell’Fdp e quello dell’Economia Robert Habeck (Verdi) sono arrivati nell’ufficio del cancelliere Scholz per cercare un accordo su come chiudere un buco di svariati miliardi di euro nel bilancio e hanno presentato un documento con nuove linee guida di politica economica. (Il Sole 24 ORE)
Ancor di più nella Berlino stordita dal successo di Donald Trump, che rappresenta per la Germania una nuova enorme sfida. La mossa di Lindner era quanto meno temeraria. (Corriere del Ticino)
Ufficialmente doveva essere solo il prolungamento serale della riunione dell’esecutivo sullo stato dell’economia iniziata in tarda mattinata fra i più larghi sorrisi dei ministri. (il manifesto)