Aurora Bellini, il padre Paolo: "Era sana, voglio la verità"

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INTERNO

Paolo Bellini, operaio e dirigente della squadra di calcio Batignano, in provincia di Grosseto, non riesce a capacitarsi di quanto accaduto a sua figlia Aurora, la studentessa di 19 anni morta nella notte tra lunedì e martedì mentre si trovava in gita scolastica sul traghetto che da Napoli la stava portando a Palermo. "L’ho vista la sera stessa, stava bene. Non aveva alcuna patologia pregressa, ha fatto pattinaggio per anni. Quando ci siamo salutati era felice", racconta al Corriere della Sera, con una voce che tradisce ancora incredulità e dolore. Aurora, originaria di Batignano, era partita con i compagni di scuola per un viaggio dedicato alla legalità, un’esperienza che avrebbe dovuto arricchire il suo percorso formativo. Invece, quella che doveva essere un’avventura indimenticabile si è trasformata in una tragedia.

Paolo, che si è recato a Torre Annunziata, in Campania, per seguire da vicino le indagini, non accetta l’idea che la morte della figlia possa essere attribuita a cause naturali. "Mia figlia non era malata", ribadisce con fermezza, sottolineando come Aurora fosse una ragazza sana e piena di vita. "La mattina scherzava, poche ore prima ci siamo sentiti al telefono. Non riesco a pensare che non ci sia più", aggiunge, ricordando l’ultimo abbraccio e le ultime parole scambiate prima della partenza. Un saluto che, in retrospettiva, assume un significato straziante.

Le circostanze della morte di Aurora restano ancora avvolte nel mistero. Il traghetto, partito da Napoli diretto a Palermo, è diventato il teatro di un evento che ha sconvolto non solo la famiglia Bellini, ma anche l’intera comunità scolastica e il paese di Batignano. Le autorità stanno conducendo accertamenti per chiarire le dinamiche del decesso, mentre il padre attende risposte che possano fare luce su quanto accaduto. "Voglio solo la verità", ripete, senza nascondere la sua determinazione a scoprire cosa abbia portato via la figlia in modo così improvviso e inaspettato.

Aurora, che aveva praticato pattinaggio per anni, era una ragazza attiva e piena di energie, lontana da qualsiasi immagine di fragilità. La sua morte ha lasciato un vuoto profondo, non solo nella sua famiglia, ma anche tra i compagni di scuola e gli insegnanti che l’avevano accompagnata in quella gita. Il viaggio, organizzato per approfondire temi legati alla legalità, si è trasformato in un’esperienza drammatica, che nessuno avrebbe potuto prevedere.