Bologna, il prefetto smentisce Matteo Lepore: "Era al corrente di tutto"

"Il prefetto di Bologna dichiara una cosa non vera". Il sindaco dem Matteo Lepore non ha avuto il minimo dubbio: non è stato lui a dare il via libera alla manifestazione di 9 novembre della Rete dei Patrioti. Ma il prefetto smentisce tutto. La manifestazione era stata regolarmente preavvisata con due mesi di anticipo ed era impossibile vietarne lo svolgimento in assenza di motivi contrastanti. Nel verbale del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, letto tra gli altri dal sindaco Lepore, si sosteneva che la manifestazione si sarebbe dovuta svolgere "al di fuori del centro storico". (Liberoquotidiano.it)

Su altri media

– Milleduecento antagonisti e duecento anarchici, sabato pomeriggio, hanno rappresentato il fronte ‘antifascista militante’ sceso in piazza a Bologna per ostacolare e contestare la manifestazione organizzata dalla Rete dei Patrioti in centro, alla presenza di diverse realtà dell’estrema destra, tra cui anche esponenti di CasaPound. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

BOLOGNA – Sono ore di tensione quelle che si stanno vivendo del centro di Bologna, dove questo pomeriggio, da piazza XX settembre, partirà un corteo del’estrema destra – la rete dei Patrioti e Casapound – a una settimana dalle elezioni regionali. (La Repubblica)

Può sembrare una piccola storia, di sicuro aggiunge inquietudine a tutta la vicenda, dove tutti i principali esponenti di governo, a partire dalla premier, si sono adoperati per attaccare gli antifascisti e quindi difendere gli estremisti di destra. (la Repubblica)

Analisi. Ancora «rossi» contro «neri». Se la politica gioca col fuoco della storia

C’è un sottile filo rosso che lega fatti di cronaca politica e giudiziaria apparentemente separati. (L'Opinione)

Così la campagna elettorale per le Regionali in Emilia Romagna, al voto tra una settimana esatta, si tinge della lotta tra rossi e neri, e dei rischi di una strumentalizzazione degli scontri in chiave elettorale, tra scambi d’accuse e conta dei feriti, provocazio… (La Repubblica)

Negli ultimi giorni, abbiamo ascoltato Maurizio Landini, il segretario generale del maggiore sindacato, incitare alla «rivolta sociale», un ministro della Repubblica, Matteo Salvini, definire «comunisti» i magistrati che hanno preso legittime decisioni non gradite al governo e parlare di «zecche rosse» a proposito di partecipanti a una manifestazione, il sindaco di Bologna Matteo Lepore accusare il governo di avere «mandato 300 camicie nere in città». (Avvenire)