Raffaella Paita (Italia viva): “Non stiamo con Orlando per un diktat di Conte”
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– “Abbiamo provato fino all’ultimo. Avevamo le persone davanti al tribunale per depositare le liste con l’apparentamento firmato da Andrea Orlando. Abbiamo fatto questa scelta dopo aver ricevuto un diktat. Il mandante? Giuseppe Conte. Sono curiosa di vedere il risultato del M5s in Liguria”. Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva, spiega perché il suo partito si è tirato fuori dal campo largo in Liguria e ha deciso di non correre alle elezioni. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Su altre fonti
Alla fine è stato il veto ligure del M5s a far abbandonare la contesa a Matteo Renzi: «È rottura, siamo fuori dalla campagna elettorale». «Tra Bucci e Orlando vinca il migliore. (ilmessaggero.it)
Ufficialmente a essere naufragata è l’intesa in Liguria, a sostegno della candidatura dell’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando. In realtà, a finire prima ancora di cominciare è l’alleanza che avrebbe dovuto consent... (La Verità)
Sembra proprio questa la posizione politica più gettonata dal movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte. Dunque: il cosiddetto campo largo, cioè l’insieme delle forze di opposizione in Regione Liguria, diventa un po’ meno largo. (Primocanale)
"In Liguria - prosegue - il M5S ha fatto una promessa e l'ha mantenuta. Non è stato un progetto al quale hanno partecipato tutti, ma è risultato credibile e quindi ha vinto, magari avvicinando una parte di quel 50% di cittadini che non votano più". (Telenord.it)
Innanzitutto il settimo dei sigilli – intesi come liste elettorali – che, secondo il capo cordata del centro-sinistra light Andrea Orlando, avrebbe assicurato una copertura preziosa all’operazione presunta vincente; in quanto modello “zattera della medusa” che raccatta e imbarca tutti. (Il Fatto Quotidiano)
Questa volta a farla da protagonista è la Liguria, prima regione al voto del trittico autunnale (con Umbria ed Emilia- Romagna) e sulla quale dopo un lungo peregrinare il centrosinistra aveva trovato l’intesa sul nome dell’ex ministro della Giustizia dem Andrea Orlando, sostenuto da Pd, M5S, Avs, Azione e Iv. (Il Dubbio)