La cittadella della benzina, impianto classificato ad alto rischio. L’Eni: “Siamo vicini alle famiglie”
Articolo Precedente
Articolo Successivo
– Un impianto ad alto rischio industriale. A classificare così il maxi deposito Eni di Calenzano da oltre 170mila metri quadrati a 15 chilometri in linea d’aria da piazza della Signoria a Firenze, è la direttiva Seveso, il pacchetto di norme europee varate dopo il disastro del 1976 quando nella bassa Brianza un incidente all’azienda Icmesa, sprigionò nell’aria una nube tossica di diossina. Quella nuvola fu il primo choc ambientale italiano. (LA NAZIONE)
Su altre testate
Camionisti dalla Romania. E tutti conoscevano la prima vittima identificata – al momento sono due i morti accertati, tre dispersi e nove feriti – della tragedia che, a distanza di dieci mesi dal crollo di via Mariti a Firenze, ha sconvolto il capoluogo toscano. (LA NAZIONE)
Ieri, però, la sua funzione ordinaria è decisamente cambiata in modo inaspettato e drammatico. La grande sala al quarto piano del Palazzo degli uffici comunali di piazza Gramsci di solito ospita iniziative, conferenze, convegni, a volte anche attività più leggere e di aggregazione. (LA NAZIONE)
Il deposito petrolifero ENI di Calenzano, che ieri è stato teatro di una violenta esplosione, che ha provocato morti e feriti, era considerato un'impianto ad alto rischio d'incidente dal 1976. A dare nuovamente l'allarme nel 2020 era stata la cooperativa Medicina Democratica. (Il Giornale d'Italia)
È sorto nel 1956, quando nella Piana c’erano pochi insediamenti industriali e a Peretola atterravano solo piccoli aerei privati e qualche DC-3 per collegamenti nazionali. (Corriere Fiorentino)
Una palla di fuoco (fireball) si materializza dal nulla. Un sibilo quasi impercettibile. (LA NAZIONE)
Le autorità hanno avviato un'inchiesta per determinare le cause dell'esplosione. Questo mostra il momento esatto dell'esplosione avvenuta il 9 dicembre 2024 nel deposito Eni di Calenzano, comune in provincia di Firenze. (Il Giornale d'Italia)