Meloni irritata per l’aumento degli stipendi dei ministri: la norma va ritirata
Roma, 17 dic. – “Sono d’accordo con il collega Crosetto, mi unisco alla richiesta di ritiro dell’emendamento” che aumenta lo sipendio di ministri e sottosegretari non parlamentari. Giorgia Meloni approfitta di una domanda sollevata nel corso del dibattito alla Camera sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo per chiarire la posizione del governo sul caso.La premier, nei giorni scorsi, ha assistito con grande “irritazione” – viene riferito da chi ci ha parlato – alle polemiche per l’emendamento apparso nel percorso parlamentare della legge di bilancio. (Agenzia askanews)
Ne parlano anche altre fonti
«Prendo atto che per alcuni colleghi dell'opposizione lo stipendio dei parlamentari è troppo alto per un Ministro. (Corriere TV)
"Queste questioni non vanno affrontate con emendamenti alla manovra di bilancio. Servono proposte legislative per eliminare la differenza tra ministri parlamentari e ministri non parlamentari. Il tema va affrontato, ma anche spiegato con chiarezza agli elettori prima che passino concetti sbagliati. (Liberoquotidiano.it)
Ai ministri un rimborso spese. Le opposizioni: “È un bluff”. Cambia la pensione a 64 anni Ancora caos e ritardi alla Camera, oggi attesa la fiducia. Il via libera definitivo del Senato slitta al 28 dicembre. (La Stampa)
Ritirare l’emendamento che aumenta di 7 mila euro al mese le varie indennità ai ministri, viceministri e sottosegretari «tecnici», cioè non eletti in parlamento. Lo ha detto ieri in una replica alla Camera tra una dichiarazione e l’altra in vista del Consiglio Europeo per dare più ufficialità possibile a un intervento che si è fatto aspettare per giorni. (il manifesto)
L’ondata di indignazione sui social network e la rumorosa protesta delle opposizioni (con l’eccezione del partito di Calenda) alla fine hanno raggiunto lo scopo, ma solo parzialmente. L’emendamento bocciato, però, in qualche modo è rientrato dalla finestra. (Corriere della Sera)
Cancellata la parte della norma che prevedeva un aumento di 3.500 euro netti al mese per i componenti del governo che non sono parlamentari. Ci sarà comunque "il diritto al rimborso delle spese di trasferta da e per il domicilio o la residenza per l’espletamento delle proprie funzioni" ascolta articolo (Sky Tg24 )