Belgio, approvata la prima legge sul sex work: ecco cosa stabilisce

E così, dopo aver depenalizzato la prostituzione nel 2022, il Belgio fa un ulteriore passo in avanti. Ieri, 1 dicembre, è entrata in vigore una legge che consente alle persone che lavorano come sex worker, categoria che include chiunque offra servizi legati alla sfera sessuale in cambio di denaro, di ottenere regolari contratti di lavoro. L'obiettivo è chiaro: contrastare i fenomeni di abusi e sfruttamento dei lavoratori del sesso. (Luce)

La notizia riportata su altre testate

La prostituzione è depenalizzata già da due anni, ma nel maggio scorso il Parlamento federale ha fatto un passo ulteriore, approvando una legge che… Il Belgio diventa il primo paese al mondo a inserire le sex workers nel sistema di protezione sociale, prevedendo vero e proprio contratto di lavoro. (la Repubblica)

La decisione del Parlamento belga mette le prostitute sullo stesso piano di qualsiasi altro dipendente riconoscendo loro indennità e diritti. Si tratta della prima legge di questo tipo al mondo e segue la depenalizzazione del lavoro sessuale avvenuta nel 2022. (Sky Tg24 )

I sindacati di categoria esultano, ma alcune associazioni femministe non ci stanno: «Così si accetta la violenza sessista anziché combatterla» (Open)

Belgio, legge unica al mondo per le lavoratrici del sesso

La normativa è entrata in vigore ieri dopo che i legislatori avevano votato a maggio proprio per dare ai lavoratori sessuali le stesse protezioni occupazionali di qualsiasi altro dipendente, nel tentativo di reprimere gli abusi e lo sfruttamento. (ilmessaggero.it)

Nel 2022 è stato il primo Paese europeo a depenalizzare la prostituzione. Adesso diventa il primo al mondo ad avere una legge che consente ai sex-workers (lavoratori e lavoratrici del sesso) di poter avere un regolare contratto da dipendente, con tanto di contributi sociali, ferie e, un giorno si spera, una pensione. (Corriere della Sera)

In Belgio i sex workers, i lavoratori e le lavoratrici del sesso, potranno da oggi firmare contratti di lavoro formali e ottenere diritti pari a quelli che vengono riconosciuti in altre professioni. Si tratta di una svolta che alcuni definiscono una «rivoluzione». (Donna Moderna)