Cento jet contro Teheran. «Ma l’Iran non reagirà»
IL CONFLITTO Non c’erano dubbi sul “se”, ma sul “quando” e sul “come” Israele avrebbe attaccato l’Iran. La risposta è arrivata nella notte tra venerdì e sabato: Tel Aviv ha puntato sugli obiettivi militari, evitando infrastrutture energetiche e nucleari come richiesto da Biden, in modo da non rendere ineluttabile la reazione iraniana con conseguenze imperscrutabili IL PIANO Venerdì sera: il gabinetto di sicurezza di Israele si riunisce, discute a lungo sul piano e alla fine dice sì, all’unanimità. (ilmessaggero.it)
Su altri giornali
Tre ondate di incursioni aeree a 1500 chilometri di distanza. Forse solo una coincidenza temporale ma l’Operazione “Giorni del pentimento”, arriva a conclusione del ciclo di festività ebraiche aperte proprio dallo Yom Kippur, il giorno del pentimento. (ilmessaggero.it)
L’attacco israeliano molto atteso, minuziosamente preparato, era stato annunciato e persino “telefonato”: la Casa Bianca è stata avvertita «poco prima» che gli aerei bombardassero l’Iran. TEL AVIV — Tre ondate con i caccia bombardieri, poi tutto è finito alle 5,45 di Teheran, alle prime luci dell’alba di ieri. (la Repubblica)
Sugli schermi della televisione di stato è una tranquilla e ordinaria mattina d’autunno, le telecamere piantate nel centro di Teheran mostrano il traffico intenso, i genitori che accompagnano i figli a scuola, i mercati appena riforniti di frutta e verdura. (la Repubblica)
Secondo l’ambasciatore Stefano Stefanini, già rappresentante d’Italia presso la Nato, l’offensiva israeliana «è di fatto una de-escalation, sia Tel Aviv che Teheran possono considerarla “proporzionata” a quella iraniana del 1° ottobre». (ilmessaggero.it)