“Da bambino ero sempre il bello del gruppo, quindi ho iniziato a imbruttirmi. Forse l’ascoltatore medio è passato da ‘Tony Effe è un deficiente’ a ‘è un deficiente ma lo ascolto'”: parla il rapper
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Dagli esordi sul grande schermo al successo nella musica, prima con la Dark Polo Gang poi da solista, Tony Effe si è aperto in una lunga intervista a GQ, che lo ha nominato “Persona dell’anno” e ha parlato del suo rapporto con il successo e degli esordi, quando ha dovuto avere a che fare con uno status da “sex symbol” che proprio non riusciva a digerire. “Sin da bambino sono sempre stato abituato a essere il bello del gruppo. (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altri media
Essere ritenuto un sex symbol non è sempre facile: Tony Effe lo sa bene. Il giovane rapper, diventato famoso prima con la Dark Polo Gang e poi col suo singolo tormentone "Sesso e Samba" insieme a Gaia, ha raccontato in una lunga intervista a GQ come la sua bellezza sia stata per lui più un ostacolo che un vantaggio. (Tiscali)
A scuola ero sempre tipo ‘lui è quello che fa i film, che bello che è, no?’ e questa cosa mi dava fastidio. Qualcosa di cui è sempre stato consapevole, ma a volte l’ha persino infastidito: “Sin da bambino sono sempre stato abituato a essere il bello del gruppo. (Radio 105)
L'autore di «Icon», uno dei dischi più streammati del 2024, si confessa in un'intervista a GQ (Open)
"Sin da bambino sono sempre stato abituato a essere il bello del gruppo, era l'unica cosa che mi dicevano", ha raccontato a proposito dell'essere considerato un 'sex symbol'. (Fanpage.it)
Qualcuno l’ha anche ballata e messa in ripetizione in macchina o in cuffia o dalle casse bluetooth al mare. Sesso e Samba l’avete sentita tutti. (GQ Italia)