La Trumpata parte seconda

Per mesi i talk show ci hanno detto che Donald Trump era un pericoloso reazionario. Peccato che 71 milioni di votanti se ne siano fregati, rendendo carta straccia le analisi di parte. La migliore che ho sentito, partecipando alle trasmissioni che hanno preceduto l’elezione di Donald Trump a 47° pres... (La Verità)

Su altri giornali

Sul quotidiano debenedettiano Domani diretto da Fittipaldi, quella bandiera in fiamme durante la notte sullo sfondo di una carta geografica degli Stati Uniti è semplicemente una follia. I Graffi di Damato Così, a caldo, mentre ancora arrivano dagli Stati Uniti i dati non definitivi della vittoria di Donald Trump su Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca, lasciatemi dire che trovo esagerata quella bandiera americana in fiamme sventolata, non so se più per paura o per rabbia, sulla prima pagina di Domani. (Start Magazine)

Allarmismi, crisi isteriche e ansia generalizzata montano nel Belpaese alla notizia del trionfo elettorale di Donald Trump nelle elezioni Usa 2024. (Nicola Porro)

Non posso che dare ragione a Marco Travaglio che sul “Fatto Quotidiano” ha sottolineato come molte testate italiane, anche autorevoli, con corredo di volti peraltro costantemente presenti in tv, abbiano dato per vincente e in vantaggio Kamala Harris, senza accorgersi dello tsunami che stava giungendo contro le stordite élite del “sono progressista”, ma “il popolo non capisce nulla”. (LaC news24)

Gridare "al lupo al lupo" con Trump non è servito a nulla

Ma come si permettono, zoticoni. Perché il popolo è sovrano, ma solo quando vota a sinistra. (il Giornale)

A suo modo, l'edizione di Repubblica in edicola oggi, giovedì 7 novembre, rischia di diventare da collezione perché fotografa lo smarrimento e il panico non solo di una redazione, ma di tutta un'area politica, quella di centrosinistra, che da mesi non ha capito nulla, per dirla con le parole di Daniele Capezzone, di Donald Trump. (Liberoquotidiano.it)

Il Manifesto azzardò titolo e foto di apertura del quotidiano che ritraeva un Kerry trionfante con il titolo “Good morning America”. Nella storia italiana delle errate previsioni sul futuro presidente statunitense rimarrà insuperabile la prima pagina del Manifesto del 3 novembre 2004. (Tempi.it)