America First: Trump e la politica estera, tra sfide globali e alleanze ricalibrate

Questa posizione creò tensioni con governi europei, in particolare con la Germania di Angela Merkel, ma trovò anche consenso in alcuni settori, dove si riteneva giusto un maggiore equilibrio nei costi della sicurezza comune. Il rapporto con l’Europa, però, non si limitò alla NATO. Trump adottò un approccio spesso conflittuale con l’Unione Europea, considerata un concorrente economico. Le tensioni commerciali, già approfondite nei precedenti articoli, si riflessero anche sul piano politico. (Gazzetta Sarda)

La notizia riportata su altri giornali

Vedremo se sarà così o se ci saranno invece nuovi e ampi scontri commerciali. Molti tra i sostenitori di Trump affermano che si tratta solo di una tattica negoziale, per ottenere vantaggi, e che quindi una nuova guerra dei dazi non scoppierà. (Corriere del Ticino)

Post di Mauro Bandelli, Partner e Founder di Gen USA – (Econopoly)

Il suo contributo sarà sicuramente rilevante per mettere fine alla guerra in Ucraina e forse anche nel Vicino Oriente, è meno certo che risulterà altrettanto positivo per l’economia statunitense. Il presidente eletto mira a far approvare il più rapidamente possibile il suo progetto di tagli fiscali e ciò provocherà un ulteriore peggioramento dei conti pubblici americani. (Corriere del Ticino)

Trump partirà subito col turbo

Tra poco più di dieci giorni ci sarà l’inaugurazione della nuova presidenza Usa. Grandi attese in ogni angolo del pianeta per vedere se il messaggio veicolato in campagna elettorale si tradurrà in realtà. (L'Opinione)

L’anno appena trascorso ha segnato uno spartiacque rispetto al passato. Il paventato ritorno ad un sistema di economie chiuse, frutto di una politica aggressiva di dazi, specchio della guerra commerciale tra Usa e Cina rappresenta una dura realtà con la quale occorre confrontarsi. (ilmessaggero.it)

Sarà una presidenza «spiccatamente identitaria», quella di Donald Trump che il 20 gennaio si insedierà alla Casa Bianca per il suo secondo mandato, dice Domenico Lombardi, economista e direttore del Policy Observatory presso la School of Government della Luiss. (Italia Oggi)