Lutto a Pisa: è morta la professoressa Chiara Frugoni, storica e divulgatrice
Nata a Pisa nel 1940, era stata allieva della Scuola Normale Superiore e poi docente di Storia Medievale prima nell'Università di Pisa e poi in quella di Roma Tor Vergata, da cui nel 2000 si dimise.
Dal 2012 era presidente e fondatrice dell'associazione Amici della Biblioteca Universitaria di Pisa i rapporti e il proprio prestigio per sensibilizzare sullo scandalo della Biblioteca Universitaria di Pisa, di proprietà del Ministero della Cultura, chiusa dal 2012. (LA NAZIONE)
Su altri media
Storie di un santo (Feltrinelli ragazzi), Storia di Chiara e Francesco (Einaudi), Vita di un uomo: Francesco d’Assisi (Einaudi), tutti di grande successo. Uno dei suoi testi più noti era ‘Medioevo: storia di voci, racconto di immagini’, pubblicato nel 1999 da Laterza e firmato proprio con Barbero, così come il Dizionario del Medioevo (2001). (Blitz quotidiano)
Chiara Frugoni era andata a scuola dalle suore, che per lei erano state, ricordava, una scuola di ateismo per la loro incredibile rigidità e le loro ossessioni bigotte. Nel 1965 Chiara Frugoni aveva sposato lo storico dell’arte Salvatore Settis, dal quale aveva avuto tre figli. (Corriere della Sera)
Il ricordo . Addio alla storica, scrittrice e accademica italiana. (Il Manifesto)
Quando avevo i bimbi piccoli mi alzavo alle cinque per studiare fino all’orario di scuola. "Finché è vissuto mio padre – , il medievista Arsenio Frugoni – raccontava - , io ho fatto la bibliotecaria (LA NAZIONE)
È da allora infatti ci accompagnano concezioni che ancora riguardano la donna nella nostra società come il messaggio, molto propagandato dai media, che la donna debba sempre piacere all’uomo". Sparse e sporadiche si trovano storie di donne che però poi si perdono e non arrivano al racconto collettivo, e per questo io ho voluto riunirne alcune nel mio volume Donne medievali. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Questi alcuni dei nodi tematici che lo studioso Santo Peli affronterà domani a Cagliari. Come orientarsi nel vasto dibattito storiografico e nei confini della memoria pubblica al di là di strumentalizzazioni, banalizzazioni, visioni depurate e delegittimazione valoriale? (Sardegna Reporter)