Non tutti i remake vengono per nuocere: “Speak No Evil” di James Watkins

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Nell’era dell’eterno ritorno postmoderno, è cosa nota che i remake (spesso e volentieri americani) non siano sempre sinonimo di qualità. Per quanto sia impossibile dimenticare esempi pregevoli nella storia del cinema (basti pensare al Nosferatu di Herzog, Lo Scarface di De Palma, La mosca di Carpenter fino al caso più eclatante con Per un pugno di dollari di Leone), gran parte delle volte si tratta di progetti realizzati con l’unico scopo di capitalizzare sul successo dei precedenti, fallendo – talvolta anche ignorando – nel riadattarne riflessioni, tempo storico e luoghi ad altri contesti o alla contemporaneità. (Orticalab)

Ne parlano anche altri media

Christian Tafdrup ha concepito il suo Speak No Evil del 2022 come un viaggio all'inferno senza consolazione. Tafdrup, ospite in un podcast, è rimasto perplesso. (ComingSoon.it)

Spoiler Alert Speak No Evil, remake Blumhouse dell'omonimo film danese, è dallo scorso weekend nelle sale(leggi la recensione). La storia ruota attorno a una famiglia inglese (James McAvoy, Aisling Franciosi) che invita una famiglia americana (Mackenzie Davis, Scoot McNairy) a trascorrere una vacanza nella loro casa isolata in campagna, e ben presto si capisce che non tutto è come sembra. (BadTaste)

Se si pensa a come il revisionismo sia stata una delle anime del cinema statunitense fin dal suo boom, non deve stupire che quest'ultimo primeggi nella volontà di riadattare materiale proveniente da altri media o da altre correnti per appropriarsene ad uso e consumo delle leggi del mercato (un'altra anima, ça va sans dire). (Movieplayer)

Pubblicazione: 23 settembre alle 11:01 Speak No Evil, remake americano dell'omonimo film danese del 2022, è dallo scorso weekend nelle sale. Ospite di un programma radiofonico (via World of Reel), Christian Tafdrup, regista della pellicola originale, ha spiegato perché non è molto soddisfatto di quella nuova. (BadTaste)

"Non so che problema abbiano gli americani, ma sono fissati con le storie eroiche in cui il bene deve vincere sul male, e questa versione del film coltiva questo aspetto", si è lamentato spiegando che, a suo parere, le modifiche apportate al film lo abbiano reso "meno pericoloso" e più edulcorato per il consumo americano. (Movieplayer)

Il regista Christian Tafdrup, autore dell’originale Speak No Evil, ha espresso disappunto per il finale del remake americano diretto da James Watkins. Il film, attualmente nelle sale, propone un finale più leggero rispetto all’originale danese, suscitando una reazione critica da parte di Tafdrup, che vede questa scelta come una conseguenza della cultura cinematografica americana. (Orgoglionerd)