La canzone di Pino Daniele che racconta il terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia: "È sempe sera"
«Chist'anno nun se po' scurdà». Così inizia "È sempe sera", 11esima traccia del lato B di "Vai mò", quarto album in studio di Pino Daniele, uscito nell'estate del 1981, pochi mesi dopo l'orrore del terremoto d'Irpinia e Basilicata del 23 novembre 1980. Un particolare che non molti sanno è che quel testo, quella canzone, traggono la loro ispirazione dalla tragedia che sancì una cesura tra la Napoli di ieri e quella di oggi, la città contemporanea che Pino Daniele cantava e ha cantato fino alla fine. (Fanpage.it)
Ne parlano anche altre testate
Cresce l’attesa per il match tra Napoli e Roma di domani, domenica 24 novembre: su DAZN, nel prepartita, dalle 17:50, sarà presentato in anteprima assoluta il brano inedito di Pino Daniele: “Again”. (CalcioNapoli24)
Un’ode all’intimità e alla memoria: così potremmo definire al primo ascolto l’inedito di Pino Daniele, intitolato “Again”. Il brano inaugura una serie di progetti che arricchiranno il prossimo 2025, anno in cui si annoverano il decennale dalla scomparsa dell’artista, il 4 gennaio, e il settantennale dalla nascita, il 19 marzo. (Recensiamo Musica)
A quasi dieci anni dalla sua morte, Pino Daniele torna in musica con "Again", canzone che era stata scritta nel 2009. (Fanpage.it)
Domani, prima del calcio d'inizio di Napoli-Roma, Dazn presenterà in anteprima assoluta "Again", un inedito di Pino Daniele. Il brano, annunciato da un video realizzato da Dazn in collaborazione con Warner Music e pubblicato sui social, è accompagnato dalle voci del pubblico che chiama il nome del cantautore e raccoglie le immagini dei luoghi simbolici di Napoli, terminando allo stadio Diego Armando Maradona. (Tutto Napoli)
È un brano dolcissimo, chitarra e voce, scelto dai suoi cinque figli, due dei quali, Sara e Alessandro, per la prima volta si trovano a lavorare assieme non solo per «ricordare una scomparsa, ma una rinascita». (Corriere della Sera)
Un articolo del famoso scrittore sionista Ari Shavit diceva: Sembra che stiamo affrontando le persone più difficili della storia e per loro non c’è altra soluzione che riconoscere i loro diritti e porre fine all’occupazione. (Il Giornale d'Italia)