I mercati scommettono sulla pace in Ucraina. Ma c’è incertezza sui negoziati Trump-Putin
I mercati avevano previsto la vittoria di Donald Trump e ora scommettono su una fine rapida della guerra in Ucraina. Il tycoon ha sempre detto che costringerà Zelensky e Putin a fare la pace, che ci riuscirà in un giorno grazie alla mera forza della sua personalità e il suo talento di negoziatore. Gli investitori sembrano crederci, visto che i titoli di stato ucraini sono schizzati in alto; questo perché, con la pace che teoricamente si avvicina, gli ucraini sarebbero in grado di rimborsare più facilmente il loro debito. (Forbes Italia)
Su altre testate
Mentre circolano voci su un accordo di pace che potrebbe mettere fine alla guerra in Ucraina, i paesi Nato che confinano con la Russia temono che Putin possa sfruttare a proprio vantaggio un accordo mediato dal nuovo presidente Usa Trump. (ilmessaggero.it)
Il momento è delicato, ma si evitano catastrofismi: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi fedelissimi restano abbottonati, c’è tanto lavori da fare dietro le quinte, però appare evidente che il neopresidente Usa non potrà mantenere tanto facilmente le sue promesse sull’Ucraina. (Corriere della Sera)
Il piano di Trump per far finire la guerra in Ucraina (cessione di territori in cambio del ritiro dei militari di Mosca, secondo le indiscrezioni della stampa anglosassone) sta creando polemiche e discussioni tra gli ucraini. (Corriere TV)
Episodi di questo tipo e tensioni varie si sono moltiplicate negli ultimi tempi fra Russia e Occidente sullo sfondo della guerra in Ucraina, oltre che con la Cina. (Corriere del Ticino)
Si dice che la fretta è cattiva consigliera. La determinazione con cui Donald Trump vuole affrontare il dossier Ucraina e chiudere il conflitto nel continente europeo potrebbe avere effetti incalcolabili sull'Alleanza Atlantica e sull'Unione europea. (L'HuffPost)
Lo hanno ripetuto diversi opinionisti di peso, basandosi sui segnali favorevoli che Trump avrebbe mandato negli ultimi anni ai due leader, venendo spesso descritto dall’opposizione come una “marionetta del Cremlino” da un lato e un “succube” delle lobby filoisraeliane dall’altro. (Inside Over)