Contro l’autonomia per salvare il Paese

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Collettiva.it INTERNO

Lo straordinario numero di firme raccolte ai banchetti e via online ci racconta due cose: un latente desiderio di partecipazione che si manifesta quando il cittadino ha effettivamente la possibilità di contribuire a una decisione collettiva; una chiara percezione dei pericoli insiti nella legge Calderoli, nonostante la complessità e la farraginosità della materia. Tutto ciò è di buon auspicio anche in attesa del giudizio della Corte costituzionale - nella cui saggezza confidiamo - sia sul merito dell’ammissibilità del referendum sia sulla presa d’atto di una chiara volontà popolare tesa a esprimersi su di una legge che cambia letteralmente i connotati dell’Italia. (Collettiva.it)

La notizia riportata su altri giornali

Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Il comitato promotore che nell’Isola riunisce una trentina di sigle fra partiti, sindacati e associazioni ha annunciato che ai “banchetti” allestiti nelle piazze e nelle varie sedi delle associazioni sono state già raccolte 60 mila firme e altre 43 mila attra… (La Repubblica)

“Partiamo dal presupposto – ha proseguito - che noi oggi, a distanza di oltre 20 anni, stiamo dando applicazione ad una riforma voluta dal centrosinistra, la riforma del Titolo V, fatta dal governo Amato nel 2001. (Civonline)

Lo straordinario successo della raccolta delle firme sul quesito referendario abrogativo della legge Calderoli ha dato una potente scossa alla politica italiana. La Campania, con circa il 21,5 per cento del totale, conduce la classifica delle regioni che possiamo per una volta definire a pieno titolo “ virtuose”. (La Repubblica)

L’attuazione dell’Autonomia differenziata rischia di scatenare una tempesta dagli effetti imprevedibili sul debito pubblico L’Italia si avvia a sfondare quest’anno il tetto dei 3.000 miliardi di stock di debito pubblico accumulato. (Quotidiano del Sud)

In una settimana sono state già raccolte quasi tutte le 500. Evviva la democrazia digitale! Perché è bellissimo poter partecipare… (La Stampa)