Il Ponte non è necessario, a Roma conferenza stampa
Presente anche la Fisac Cgil nazionale e dei territori interessati Non è il Ponte sullo stretto l’opera necessaria per rilanciare lo sviluppo della Sicilia, della Calabria e del Mezzogiorno. È l’incipit del documento presentato in occasione della conferenza per dire No alla costruzione del ponte tra Calabria e Sicilia e nel quale si ribadiscono i motivi per i quali l’opera è ritenuta “un'opera inutile, dannosa e costosa”, e si rendono note le prossime tappe della mobilitazione, che porterà a più appuntamenti in Calabria e Sicilia e ad una manifestazione nazionale a Roma (Fisac Cgil)
Ne parlano anche altri giornali
Dai comitati che riuniscono i cittadini che saranno espropriati, passando per sindacati (Cgil), associazioni (Wwf, Legambiente, Greenpeace, Libera, Anpi, Arci), fino alle opposizioni parlamentari Pd, M5s e Alleanza Verdi Sinistra. (Il Fatto Quotidiano)
Potrebbe esserci la luce troppo bassa, termine tecnico che indica l’altezza della campata, tra le prescrizioni che la Commissione Via-Vas ha indicato nel parere approvato ieri all’unanimità sul Ponte sullo Stretto. (Il Sole 24 ORE)
I temi per un reclamo comunitario sono tre: l’assegnazione dell’opera senza gara di appalto avvenuta grazie ad una sottostima dei costi, la violazione delle direttive Habitat e Uccelli e quindi delle normative su Rete Natura 2000, la mancata applicazione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. (WWF Italia)
Riavvolgiamo rapidamente l’ultima parte del nastro di una telenovela che si trascina da decenni. Il consorzio Eurolink, che è stato incaricato di realizzare l’infrastruttura che collegherà la Sicilia alla Calabria e che è guidato da Webuild (principale general contractor italiano e quotato in Piazza Affari) nei mesi scorsi ha integrato il progetto. (Nicola Porro)
VILLA SAN GIOVANNI – “Non avevamo dubbi che il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto avrebbe superato l’esame della Commissione Via-Vas, il cosiddetto impatto ambientale, del Ministero dell’Ambiente”. (Tempo Stretto)
«Dal 1981 ad oggi sono stati spesi per nulla più di un miliardo e cento milioni di euro, e appare tuttora un’incognita il costo finale dell’opera. Nel 2013 il Governo Monti ha liquidato la società al costo 342 milioni fra penali e indennizzi, ai quali si aggiungono altri 130 milioni già spesi per altri studi di fattibilità. (LaC news24)