Tax credit e dintorni: mio dio, come siamo caduti in basso

Non solo le coraggiose soggettività raggruppate sotto il titolo «Siamo ai titoli di coda» o i piccoli produttori, bensì ora pure grandi firme (ancorché assai diverse tra di loro) come Nanni Moretti e Gabriele Muccino hanno criticato con durezza il decreto sul cosiddetto Tax credit, ovvero il marchingegno di finanziamento della produzione cinematografica e audiovisiva. Il meccanismo, in verità immaginato dalla legge del 2016 dell’allora ministro Franceschini, è finito prima nell’occhio del ciclone di una destra famelica per eventuali favoritismi ad opere di scarsa consistenza, per poi essere rivisto con una correzione di stile neoliberista (il manifesto)

Ne parlano anche altri giornali

– «Pensare che un film che incassa sia necessariamente un film di qualità, e che un film incassa poco non lo sia, è un ragionamento profondamente sbagliato. Ci sono film meravigliosi che sono stati visti pochissimo, al cinema. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Condividi questo articolo E sono andato a vedere i numeri e valutare, anzi, far valutare a chi legge, se effettivamente la contribuzione statale era in qualche modo giustificata per qualità e gradimento del pubblico, l’unico che alla fine decreta la riuscita di un film. (la VOCE del TRENTINO)

Viaggio tra la musica e l… Venerdì inaugurerà a Torino la quarta edizione di Set in scena, tre giorni di musica e spettacolo di cui è direttore artistico. (La Stampa)

Gabriele Muccino: “Sangiuliano ha distrutto il cinema. Si respira un clima di autocensura”

«È stato fastidioso che negli ultimi tempi in taluni casi il ministro abbia fatto fatica a comprendere il valore industriale che questo settore rappresenta, oltre a quella culturale. Noi non siamo una cont… (la Repubblica)

Prima in un post su Instagram e poi in un’intervista su La Stampa l’autore di L’ultimo bacio ha bocciato aspramente la legge sul cinema dell’oramai ex ministro della cultura del governo Meloni. “Sangiuliano ha messo in ginocchio il cinema”. (Il Fatto Quotidiano)

Lavora nel cinema dal ’97 e da allora si è ben guardato dal frequentare salotti politici e incappare in dinamiche di partito. Per questo il regista Gabriele Muccino, 57 anni, all’indomani dell’intervento di Nanni Moretti a Venezia sulla «nuova pessima legge sul cinema», ha pubblicato un lungo post su Instagram in cui definisce la stessa legge «pretestuosa, confusa, incompleta e cavillosa». (La Stampa)