Idea buona, spot banale
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Da oggi sui canali social e sulle televisioni gira uno spot fatto realizzare dal ministero delle Finanze contro l'evasione fiscale. Si apre con un tizio modello-sbruffone che al ristorante ordina aragoste e champagne e dice ai vicini di tavolo: «Tanto paghi tu». E si chiude con due finanzieri che gli suonano al campanello di casa: «Beccato, l'evasione fiscale si paga. Da oggi ancora più controlli e sempre meno evasori». (il Giornale)
Su altre fonti
Nessuno mette in dubbio la necessità da parte di tutti i cittadini di contribuire al bene comune con parte dei propri guadagni. E neppure la necessità di contrastare chi fraudolentemente non lo fa. Nel nostro Paese, infatti, l'evasione è male endemico. (il Giornale)
Dopo lo spot sul concordato preventivo biennale, finalizzato a convincere 4,7 milioni di partite Iva che l’accordo con il Fisco «conviene al Governo, conviene a te», nei prossimi giorni arriva una nuova campagna per sensibilizzare alla dichiarazione e al pagamento delle tasse. (Il Sole 24 ORE)
Recenti dati del Ministero dell’Economia confermano che l’evasione fiscale in Italia è in costante diminuzione, ma persistono forti differenze tra Nord e Sud. Sebbene l’evasione fiscale complessiva si sia ridotta a 82,4 miliardi di euro nel 2021, la Calabria continua a registrare un alto tasso di lavoro sommerso e una significativa economia non osservata, soprattutto rispetto al valore aggiunto regionale. (Calabria Magnifica)
Molto ben fatto ed efficace, annuncia guai per chi, come il protagonista del video, sbafa ai danni della collettività.«La bella vita è finita, l’evasione si paga», garantiscono i due finanzieri all’evasore. (Corriere della Sera)
«La bella vita è finita, l’evasione si paga»: la nuova campagna del governo (Corriere TV)
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha realizzato una campagna di comunicazione per contrastare l’evasione fiscale. Nello spot si vede una persona ben vestita sedersi al ristorante e ordinare le portate più costose: ostriche, tagliolini al tartufo, due aragoste e lo champagne più caro. (La Stampa)