Spie, hacker e criminali: chi sono i prigionieri liberati dall'Occidente

Evan Gershkovich, il reporter del Wall Street Journal condannato a 16 anni di carcere per spionaggio, e l'ex marine americano Paul Whelan sono stati rilasciati dalla Russia nell'ambito di uno scambio di prigionieri. Lo scambio di prigionieri all'aeroporto di Ankara "coinvolge 26 persone dalle carceri di 7 diversi Paesi, Usa, Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia, Russia e Bielorussia". Lo riferisce la presidenza della Repubblica turca, confermando che l'operazione è coordinata dai servizi segreti di Ankara. (L'HuffPost)

Ne parlano anche altre testate

Una giovane pittrice finita dietro le sbarre per avere sostituito i cartellini dei prezzi in un supermercato con disegni contro la guerra. Un diciottenne condannato per “alto tradimento” … (La Stampa)

«Perché non lo ha fatto quando era presidente?», ha poi detto rispondendo a un giornalista che gli aveva chiesto cosa avrebbe detto all'ex presidente Donald Trump, il quale ha sostenuto che avrebbe potuto negoziare il rilascio dei prigionieri senza fare alcuna concessione. (Corriere del Ticino)

Maxi scambio di prigionieri tra Russia, Bielorussia e diversi Paesi Occidentali, tra cui gli Stati Uniti. Lo scambio è avvenuto ad Ankara include 26 persone, due delle quali minori. (Today.it)

Lo scambio ha richiesto "significative concessioni" dalla Germania, ha poi sottolineato il presidente Usa ringraziando in modo particolare il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Alla domanda su che cosa ha voluto Berlino per la sua cooperazione, il presidente ha risposto "niente". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

I detenuti sono stati accolti da circa 40 guardie cerimoniali del Reggimento presidenziale. Il Presidente russo è arrivato all'aeroporto Vnukovo-2 di Mosca per salutare i concittadini rilasciati e li ha attesi vicino alla scala dell'aereo arrivato da Ankara, in Turchia, dove è stato concluso l'accordo. (Adnkronos)

Sullivan ha raccontato come Joe Biden abbia parlato più volte con il cancelliere della Germania. Il vero regista dell’«operazione ostaggi» è Jake Sullivan, il consigliere per la Sicurezza nazionale, il più stretto collaboratore di Joe Biden. (Corriere della Sera)