Napoli è pronta, ma noi lo siamo?

Centoquaranta europarlamentari, tre capi di Stato, e la presidente del Parlamento europeo sono pronti a discutere il futuro del continente proprio qui, in una città che il mondo troppo spesso ha relegato al ruolo di capitale del Mezzogiorno. Ma perché proprio Napoli? La scelta non è casuale, è strategica, persino provocatoria. Mentre l’Italia sembra incapace di staccarsi dal cliché del Sud arretrato, l'Europa ha deciso di piantare una bandiera proprio qui. (ilmattino.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Un'agenda ricca quella delle giornate di studio che il Partito Popolare Europeo ha organizzato a Napoli (da oggi a venerdì) riconoscendo tra l'altro il ruolo principe della capitale del Sud in un contesto dinamico e in continua evoluzione. (ilmattino.it)

Una kermesse, quella del Partito popolare europeo a Napoli, «in cui il Ppe ha dibattuto di tantissimi temi e ha prodotto un documento che sarà il nostro punto di riferimento per la politica della difesa europea». (ROMA on line)

Al centro il tema dell'immigrazione e il caso del raggiungimento delle 500mila firme riguardo il referendum sulla cittadinanza. Sono attualmente in corso al Palazzo Reale di Napoli gli Study days del Ppe al Parlamento europeo, tre giorni di incontri e dibattiti per spingere su un nuovo «Patto mediterraneo» per la cooperazione dell'UE con i Paesi vicini. (ilmattino.it)

È un riconoscimento della credibilità e del lavoro svolto dal Governo, e del ruolo centrale di Forza Italia. La scelta di Napoli per organizzare la prima riunione del Gruppo dei Popolari dopo la vittoria delle europee non è casuale. (ilmattino.it)

Olaf Scholz “non è più in grado di vincere le elezioni”. (L'Opinione delle Libertà)

«Faccio un appello al centrosinistra: sostenga Fitto, l’Italia deve sedersi al tavolo dei partner europei con lo stesso peso», dice Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo. (ilmattino.it)