Treviso, stop all’export di grano: migliaia di animali a rischio
L’Italia dipende dall’estero Nel 2021, dall’Ungheria, sono arrivati in Italia ben 1,6 miliardi di chili di mais, 0,65 miliardi di chili dall’Ucraina per un totale di 2,25 miliardi di chili.
«Effetti della guerra già presenti» È l’allarme lanciato da Coldiretti Treviso per bocca del presidente Giorgio Polegato: «La guerra non è una cosa lontana.
A causa della mancanza di mangime per animali, un’azienda su quattro rischia di scomparire perché sarà costretta ad abbattere i capi prima che muoiano di fame. (Corriere)
Su altri giornali
Per gli allevamenti pugliesi la guerra in Ucraina sta significando "la peggior crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale". Una situazione che implica un taglio "fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti pugliesi". (BariToday)
(attualità) -La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani. ilmamilio.it. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)
«Il settore - rimarca Andrea Lugo, presidente dell’Associazione allevatori Fvg - era già in forte difficoltà a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. I costi di produzione già saliti oltre le soglie di guardia sono aumentati ulteriormente raggiungendo per alcuni prodotti valori che vanno dal 170% (concimi) all’80% (energia) e del 50% (i mangimi). (ilgazzettino.it)
“L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili – continuano Reggio e Furia -. (La Nuova Provincia - Asti)
«E’ a rischio il futuro della fattoria italiana se non vengono riconosciuti i giusto compensi che tengano conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi» afferma Prandini nel sottolineare che è «una crisi che colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire un settore che complessivamente tra latte, carne e uova genera un giro d’affari di circa 40 miliardi di euro ed è ai primi posti nel mondo per qualità e sostenibilità (IlPiacenza)
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