Disturbi alimentari: la mappa dei Centri aggiornata dall'Iss

I disturbi alimentari sono patologie complesse che richiedono cure specialistiche fornite da equipe multidisciplinari (formate da: psicologo, psichiatra, pediatra, internista, nutrizionista, dietista, infermiere, tecnico della riabilitazione psichiatrica e motoria, assistente sociale) e basate su diversi livelli di assistenza, a seconda delle esigenze di salute del paziente: dall’ambulatorio al Centro diurno, alla residenza riabilitativa, ai ricoveri in ospedale per le emergenze. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre testate

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) possono impattare seriamente tanto sulla salute fisica quanto su quella mentale della persona che li sta affrontando; un impatto tanto alto quanto sottovalutato sia dalla società in generale, che ancora fatica a raccontare e a raccontarsi apertamente su questo tema, quanto a volte anche da chi sta intorno a chi ne soffre. (alfemminile.com)

I disturbi del comportamento alimentare sono un problema che affligge moltissimi individui, di tutte le età e di ogni genere. Carla Coccia, alla guida dell’associazione, commenta così la situazione nel sud delle Marche. (il Resto del Carlino)

Anoressia, bulimia nervosa, binge eating e le problematiche della nutrizione rappresentano la seconda causa di morte negli adolescenti, dopo gli incidenti stradali, e la loro comparsa precoce nei giovani è attestata già intorno ai 10 e 13 anni, età in cui ancora molti servizi non possono accoglierli. (Lunanotizie)

Disturbi alimentari, le cure e gli ostacoli: in Italia solo 132 centri e 48 associazioni

Disturbi dell'alimentazione, medici e studiosi a Udine per il congresso nazionale del Sipa (Il Messaggero Veneto)

La Regione che registra il maggior numero di servizi dedicati è l’Emilia Romagna (23, di cui 10 centri Ssn, 4 afferenti al privato accreditato, 9 associazioni), seguita dal Piemonte (20, di cui 12 centri Ssn, 4 del privato accreditato e 4 associazioni). (Sanità24)

Una rete fondamentale, ma purtroppo ancora del tutto insufficiente in Italia, quella per la presa in carico e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna). (Corriere Roma)