Polonia: migliaia manifestanti a Varsavia contro divieto aborto

Diverse migliaia di persone sono scese di nuovo nelle strade di Varsavia ieri sera per esprimere rabbia contro l'entrata in vigore di una controversa sentenza che di fatto vieta l'aborto.

D'ora in poi, qualsiasi aborto e' vietato in Polonia, tranne nei casi di stupro o incesto o quando la vita della madre e' in pericolo.

In linea con i programmi della coalizione di destra ultra-cattolica al governo, questa sentenza vieta l'interruzione volontaria della gravidanza in caso di anomalie fetali. (La Repubblica)

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Nelle regioni arancione sono vietati gli spostamenti tra regioni e tra comuni (salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità, ed è sempre necessaria l'autocertificazione). Mentre molte regioni passano da arancione a giallo, comprese Lombardia e Lazio, di cui si è discusso in questi giorni. (Yahoo Notizie)

La decisione decreta che tutti gli aborti in Polonia saranno vietati tranne nei casi di stupro e incesto , o quando la vita o la salute della madre sono considerate a rischio. (Il Fatto Quotidiano)

E non voglio che mi si costringa a lasciarla - dice una delle manifestanti, scese in strada proprio davanti alla Consulta polacca -. Pubblicata in Gazzetta ufficiale nella tarda serata di mercoledì, la misura è in Polonia ormai legge. (Euronews Italiano)

La Polonia è scesa di nuovo in piazza contro il divieto quasi totale d’aborto. E le strade si sono subito riempite di manifestanti, alcuni e alcune con indosso i fazzoletti verdi, simbolo del movimento per il diritto all’aborto in Argentina. (Corriere della Sera)

Giovedì sera circa 150 persone - tra le quali anche Marta Lempart, numero uno dello «Sciopero nazionale delle donne» (Osk) - sono state tenute in scacco per almeno 7 ore da un cordone della polizia... (Il Manifesto)

Julia Przylebska, presidente della Corte costituzionale polacca, aveva parlato di "un tentativo senza precedenti d'interferenza nelle questioni interne del sistema politico polacco, che non sono regolate nei trattati europei". (L'Unione Sarda.it)