C'era una volta il West: Sergio Leone, il Tempo e il Mito della Frontiera

C'era una volta il West: Sergio Leone, il Tempo e il Mito della Frontiera

ROMA – Archiviata la Trilogia del Dollaro per Sergio Leone arrivò il momento di andare oltre ed evolversi come narratore. La sfida era ambiziosa: rimescolare quelle stesse regole registico-linguistiche da lui codificate che lo resero, a conti fatti, immortale. Era davvero possibile fare meglio de Il buono il brutto il cattivo che dello Spaghetti-Western e del primo periodo leoniano rappresenta la summa? La perfezione registica? La risposta ci viene fornita da C’era una volta il West che nell’opus filmico leoniano è da ritenersi come il secondo, vero, turning point in carriera. (The Hot Corn Italy)

La notizia riportata su altri giornali

Sweetwater, un pezzo di terra vicino all’immaginaria città del West Flagstone, contiene l'unica fonte d’acqua della regione ed è al centro di un conflitto: acquistato dall’ex prostituta Jill (Claudia Cardinale), da qui dovrebbe passare la nuova ferrovia e per questo il magnate Morton (Gabriele Ferzetti) assolda il killer Frank (Henry Fonda) per fare fuori la donna e appropriarsene. (Corriere della Sera)

«C'era una volta il West» in tv: il litigio tra Leone e Eastwood, i dubbi di Henry Fonda, il suicidio sul set, i 15 segreti

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