Processo Maradona, l'autopsia rivela: "Cuore ingrossato e psicofarmaci, niente alcol o droghe"
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Il processo sulla morte di Diego Armando Maradona, che si sta svolgendo in Argentina, continua a portare alla luce dettagli inattesi, alimentando il dibattito sulle reali cause del decesso dell’ex campione. Dagli atti dell’autopsia e dalle deposizioni dei periti forensi, emerse nelle ultime udienze, risulta che il cuore di Maradona pesava circa 503 grammi, quasi il doppio rispetto alla media di un uomo della sua età, e presentava tracce di liquido al suo interno. Una condizione che, secondo il dottor Alejandro Ezequiel Vega, uno degli esperti chiamati a testimoniare, avrebbe potuto contribuire all’aggravarsi delle sue condizioni.
Le analisi tossicologiche hanno inoltre escluso la presenza di alcol o sostanze stupefacenti nel sangue al momento del decesso, avvenuto il 25 novembre 2020. Al contrario, sono state rilevate cinque diverse sostanze farmacologiche, tra cui antidepressivi, antipsicotici e antiepilettici, oltre a un antinausea, tutte compatibili con una terapia farmacologica complessa. Questi elementi, uniti alla cirrosi epatica di cui soffriva, delineano un quadro clinico già compromesso prima della morte.