Istat, gli stipendi aumentano più dell’inflazione. Ma quasi 7 milioni di italiani aspettano il rinnovo del contratto
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ROMA – "Nel terzo trimestre del 2024, per il totale economia, la crescita delle retribuzioni contrattuali è risultata superiore a quella dei prezzi al consumo di poco più di due punti percentuali, proseguendo il graduale recupero del potere d'acquisto". Lo rende noto l'Istat spiegando che "alla fine di settembre 2024, i 46 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,5% dei dipendenti - circa 6,2 milioni - e corrispondono al 45,8% del monte retributivo complessivo". (la Repubblica)
La notizia riportata su altre testate
Nella prima metà del 2024, gli stipendi italiani hanno mostrato un leggero miglioramento in termini di potere d’acquisto, sebbene il divario con l’inflazione rimanga significativo quando si esaminano gli ultimi anni. (Associated Medias)
– E’ una platea molto vasta, che copre oltre la metà dei dipendenti italiani, quella ancora non interessata dal rinnovo dei contratti collettivi di lavoro. Ancora in attesa di rinnovo il 52,5% dei dipendenti Alla fine di settembre 2024, i 46 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,5% dei dipendenti – circa 6,2 milioni – e corrispondono al 45,8% del monte retributivo complessivo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Sono otto i Contratti Collettivi Nazionali recepiti nel corso del terzo trimestre 2024, mentre ammontano a 46 i CCNL in vigore alla fine di settembre, coinvolgendo circa 6,2 milioni di dipendenti, pari al 47,5% dei dipendenti per la parte economica e al 45,8% per il monte retributivo complessivo. (PMI.it)
Alla fine di settembre 2024, i 46 contratti collettivi nazionali attivi per la parte economica coprivano il 47,5% dei lavoratori dipendenti, equivalenti a circa 6,2 milioni di persone, e rappresentavano il 45,8% del totale delle retribuzioni. (Infoinsubria)
MILANO – Lieve recupero del potere d’acquisto degli stipendi italiani nella prima parte del 2024, ma il saldo tra buste paga e inflazione, se si allarga lo sguardo agli ultimi anni, resta ampiamente deficitario. (la Repubblica)
Utile per affossare la proposta di legge sul salario minimo, sostenendo che bisogna puntare tutto sulla contrattazione collettiva. L’hanno ripetuto in ogni modo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la ministra del Lavoro, Marina Calderone, quando bisognava cancellare la proposta delle opposizioni dei 9 euro l’ora come minimo per ogni lavoratore. (LA NOTIZIA)