Luca Zingaretti racconta il suo primo film da regista: “La casa degli sguardi”
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Ci sono tanti temi cari a Luca Zingaretti come la dignità del lavoro, la capacità salvifica della poesia, il dolore come strumento necessario per raggiungere la felicità, nel suo primo film da regista, La casa degli sguardi , presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma . Tratto dal romanzo di Daniele Mencarelli racconta la storia di un ventenne, interpretato da Gianmarco Franchin i, che scrive poesie, empatizza con il dolore del mondo, senza filtri, e nell'alcool trova uno strumento per resistere all'angoscia di esistere. (AMICA - La rivista moda donna)
Se ne è parlato anche su altre testate
Marco è un poeta 23enne alcolizzato che ha abbandonato la scuola. Una sera Marco entra in preda alla tensione, si ubriaca, e fa un incidente d'auto che lo spedisce dritto in ospedale. Suo padre e il suo editore lo spingono a trovarsi un lavoro: farà l'addetto alle pulizie all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, e si unirà ad una squadra che a poco a poco diventerà per lui come una seconda famiglia. (MYmovies.it)
Pensavo a come girare le scene, non solo ad interpretarle. «Negli ultimi anni, lavorando come attore, mi sono trovato sempre più spesso a cambiare punto di vista. (Ciak Magazine)
Zingaretti, i suppose. Ma quell’avventura, anche se l’ha tenuto un po’ lontano dal cinema - “ammetto che avrei voluto frequentarlo di più”, ci racconta Zingaretti - è stata prodromica all’arrivo di La casa degli … (la Repubblica)
Fulvia Caprara "La casa degli sguardi" di Luca Zingaretti: "Nella vita bisogna saper elaborare il dolore non demonizzarlo, è catartico" (La Stampa)
In cartellone anche uno dei titoli più attesi di Alice nella città: “Il ragazzo dai pantaloni rosa” di Margherita Ferri, che racconta l’esistenza fragile di Andrea Spezzacatena, quindicenne suicida nel 2012 vittima di cyberbullismo. (Servizio Informazione Religiosa)
L'esordio alla regia dell'attore ricorda quanto sia importante raccontare storie di persone normali, alle prese con una quotidianità da affrontare con dignità, sensibilità e umiltà. Un gentile memorandum rivolto anche al cinema italiano, che sembra preferire più l'apparenza alla sostanza. (Movieplayer)