L’allarme per i dossieraggi, il voto contestato in Georgia, l’attentato a Tel Aviv, il comizio-show di Trump

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Buongiorno. «Non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese, in grado di “tenere in pugno” cittadini e istituzioni». Le parole del pm Francesco De Tommasi sui protagonisti del nuovo scandalo dossieraggi, dà bene l’idea di quanto in alto potesse colpire la «macchina degli spioni» messa in piedi dal presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, e dalla sua agenzia investigativa Equalize srl. (Corriere della Sera)

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Ora sono spuntati anche un dossier e intercettazioni che avevano messo nel mirino Marcell Jacobs e il suo staff. E c'è un particolare che non può sfuggire: stando a quanto riferito dal Corriere della Sera, il tutto sarebbe avvenuto 11 giorni dopo la notte olimpica di Tokyo in cui l'atleta italiano ottenne lo storico oro nei 100 metri. (il Giornale)

Il patrimonio di informazioni accumulato da Equalize saccheggiando le banche dati nazionali era una miniera d’oro. E con l’entrata a regime della piattaforma Beyond, l’aggregatore creato dal tecnico informatico Samuele Calamucci, i soci puntavano al salto di qualità della presunta attività di dossieraggio. (ilmessaggero.it)

Nel mirino dei magistrati, infatti, è finito anche Stefano Speroni, il potente capo degli affari legali di Eni: l’accusa è di concorso in accesso abusivo a sistema informatico. Come ad esempio l’incontro tra gli hacker spioni al servizio del potere di via Pattari 6 e gli israeliani per discutere di Eni, «cliente», peraltro, della stessa squadra finita sotto i riflettori della procura antimafia di Milano (Domani)

Un arrestato al gip, 'facevo report, temo per incolumità'

Il gioiello di Equalize, la società di investigazione al centro dell'inchiesta della Procura di Milano, era la piattaforma Beyond: tramite questa piattaforma riuscivano a recuperare dati in modo illegale per poi consegnare un dossier in apparenza legale. (Fanpage.it)

È quello che emerge da alcune intercettazioni delle persone finite ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano. La banda dei dossier poteva contare su una talpa in grado di far filtrare “informazioni ricevute che riguarderebbero un’attività del Cnaip“, cioè il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia Postale. (Il Fatto Quotidiano)

"Sono preoccupato, avevo percepito che dietro a questo sistema c'era qualcosa di oscuro". E' questo il senso delle dichiarazioni rese da Massimiliano Camponovo, uno dei 4 arrestati nell'inchiesta milanese sui presunti dossieraggi. (La Gazzetta del Mezzogiorno)