Pogacar: cuore e follia o intelligenza tattica? Analizziamo come si è gestito al Mondiale

Tadej Pogacar, dopo la sua incredibile performance al Campionato del Mondo, ha dichiarato di aver agito di impulso, di aver compiuto una delle imprese più memorabili della storia del ciclismo senza calcoli, seguendo solo l’istinto. Ma possiamo davvero credere che ci sia stata solo “l’incoscienza” dietro a questa sua grande fuga? Oppure questa impresa è stata il risultato di una strategia ben studiata, preparata a tavolino con precisione? Tutto studiato? Personalmente, propendo per la seconda ipotesi. (Cyclinside)

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Il successo però non è arrivato da solo e un buon contributo è arrivato con Primoz Roglic, che è passato al comando della corsa, prima dell’attacco micidiale del suo compagno di squadra. Con la vittoria di Tadej Pogacar la Slovenia ha scritto una pagina importante della sua storia e per i prossimi mesi potranno vantarsi di avere in casa il campione del mondo. (TUTTOBICIWEB.it)

Tadej non è soltanto un fuoriclasse assoluto, l’unico in attività che può vincere tutto dalla Sanremo (ci è già andato vicino) al Lombardia (ha vinto le ultime tre edizioni), lui ha i tempi dello spettacolo. (La Gazzetta dello Sport)

Credit foto: Instagram DI FABRIZIO RESTA (IlSudest)

Eddy Merckx ammette: “Pogacar più forte di me, ormai è evidente”

Per capire quanto forte è andato Pogačar abbiamo analizzato i dati condivisi su Strava dal francese Pavel Sivakov (foto sotto), uno che Tadej lo conosce bene visto che durante la stagione veste i panni del gregario di lusso dello sloveno nell'UAE Team Emirates. (BiciDaStrada.it)

Il primo Mondiale vinto da Tadej Pogacar a Zurigo è un capolavoro. Partito a 100 km dal traguardo, lo sloveno ha sorpreso, ancora una volta, tutti vincendo in solitaria al termine di una fuga che sembrava infinita. (Bike Channel)

Lo sloveno Tadej Pogacar, in qualche modo, ci ha riportato indietro senza l’uso della di una DeLorean portata alle note 88 mph. Pensare che un corridore, partito a 100 km dal traguardo, possa prendersi la maglia iridata nella corsa in linea dei professionisti è roba da ciclismo d’altri tempi. (OA Sport)