Il film «The Substance» parla di noi. E del tempo che fugge inesorabile. Tutte le pellicole da vedere al cinema
La fama che fugge è come il tempo: inafferrabile ma devastante nel suo passaggio. La metafora con cui si apre «The Substance» della regista francese Coralie Fargeat è di quelle non troppo sottili: non serve aver studiato, basta aver vissuto un po' per capirla. Elisabeth Sparkle (Demi Moore) è un'attrice, una di quelle talmente famose, un tempo, da meritare la stella nella walk of fame. Ma i granelli della clessidra consumano in fretta quel luccichio (il cognome Sparkle quello significa, del resto) e nelle prime scene la stella dell'attrice è sottoposta all'usura del tempo, delle intemperie, e perfino alle dissacranti macchie d'unto di un hamburger con patatine. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri giornali
Titolo originale: The Substance Produzione: Working Title Films, A Good Story, Blacksmith (BergamoNews.it)
Sì perchè l’opera seconda della regista con Demi Moore e Margaret Qualley è sexy, dinamica, fresca. C’è tanta novità in un lungometraggio dall’estetica già vista (ma mai scontata), che omaggia i classici della storia del cinema horror e ne fa uno stile personale. (MOW)
Nel film l’attrice di «Ghost» rincorre l’eterna giovinezza e ricorre a un siero strano che la trasforma in una versione più attraente di sé a settimane alterne. Il problema? Arriva quando ovviamente la sostanza che dà il nome al titolo non basta più alla/alle protagonista/e e iniziano a lottare con se stesse. (leggo.it)