Onu, 7 persone su 10 uccise a Gaza da Israele sono donne e bambini. “Non si può escludere il genocidio”

Circa il 70% delle persone uccise a Gaza nei primi 6 mesi di attacchi israeliani erano donne e bambini. È quanto emerge da un nuovo rapporto delle Nazioni Unite che copre il periodo di sei mesi dal primo novembre 2023 al 30 aprile 2024. Secondo il rapporto questi dati indicano “una violazione sistematica dei principi fondamentali del diritto umanitario internazionale, tra cui distinzione e proporzionalità”. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

Nei giorni scorsi, la Relatrice Speciale dell’ONU per i Territori Occupati Palestinesi, Francesca Albanese, ha presentato il proprio rapporto ufficiale nel quale si dettaglia come quello israeliano a Gaza sia da considerare, alla luce del diritto internazionale, un genocidio (L'INDIPENDENTE)

L'ONU, che ha verificato l'identità di 8.119 delle oltre 34.500 persone presumibilmente uccise, ha descritto la situazione come un «numero impressionante di vittime civili». (Il Dubbio)

L'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha condannato l'elevato numero di civili uccisi nella guerra a Gaza, affermando che la sua analisi mostra che quasi il 70% delle vittime verificate in un periodo di sei mesi erano donne e bambini. (PeaceLink)

«Un assedio nell’assedio». Nel nord di Gaza la carestia è vicina

"Ieri due scavatrici e un bulldozer delle Idf hanno distrutto parte di una recinzione e una struttura in cemento in una posizione Unifil a Ras Naqura. Inrisposta alla nostra protesta, l'esercito israeliano ha negato che si stesse svolgendo alcuna attività all'interno della posizione Unifil. (RaiNews)

Il 70% delle morti accertate nei primi sei mesi dell’invasione israeliana a Gaza sono donne e minori (il 44%), la maggior parte aveva tra 5 e 9 anni. Il rapporto Onu fotografa la mattanza, mentre Tel Aviv annuncia: i palestinesi non potranno tornare nel nord della Striscia (il manifesto)

Tra i corpi senza vita portati all’ospedale dopo il bombardamento israeliano c’era anche Ibrahim, mio figlio». In questa situazione, mia moglie ed io abbiamo dovuto contenere la pena che provavamo, abbiamo pregato per Ibrahim, poi l’abbiamo seppellito a poca distanza dall’ospedale. (il manifesto)