Pragmatici e nazionalisti, l’ultima torsione jihadista
Jihad, diplomazia, governance. È la triade che spiega il successo prima dei Talebani in Afganistan, ora di Hay’at Tahrir al Sham in Siria. Due gruppi la cui parabola ed evoluzione – più lunga e coerente quella dei Talebani, più breve e irrequieta quella di Hts – incarnano una medesima tendenza, in una prospettiva storica. La torsione più recente del jihadismo contemporaneo: pragmatica, localista, perfino nazionalista. (il manifesto)
Se ne è parlato anche su altri media
Uno dei principali obiettivi della nuova leadership siriana è "far tornare i milioni di profughi siriani che sono all'estero". È quanto ha spiegato, in un'intervista al Corriere della Sera, il primo ministro ad interim della Siria, Muhammad al Bashir. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
C’è un ritrovato amore da parte dell’occidente per i jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham, i quali nella narrativa mediatica hanno liberato la Siria dal dittatore Bashar al-Assad per consegnare il paese alla libertà e alla democrazia, con tanto di enfatizzazione del fenomeno del rientro di massa dei milioni di profughi fuggiti nei paesi vicini, soprattutto in Turchia. (Notizie Geopolitiche)
Il Paese si sta muovendo verso lo sviluppo e la ricostruzione. Lo ha dichiarato a Sky News il leader di Hayat Tahrir al Sham, Abu Mohammed al Jolani, aggiungendo che "i loro timori sono inutili, se Dio viole". (Tiscali Notizie)
Abu Muhammad al Jolani il nuovo leader in Siria? Non secondo Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, che nello studio di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7 ha detto: "Nonostante tutta l'abilità che ha dimostrato, anche politicamente, che possa essere il nuovo capo assoluto di una Siria rimessa insieme mi sembra un po' difficile", anche perché questo presuppone "il ritiro delle grandi potenze e che si mettano d'accordo le varie fazioni che agiscono sul terreno". (Liberoquotidiano.it)
Mohammed al-Jolani: da tagliagole islamista a statista moderato e illuminato? Caro direttore, (Start Magazine)
Al-Jolani del resto si muove bene tra i simboli e i dogmi jihadisti di al-Qaeda e ISIS, organizzazioni presso le quali ha militari fin da dopo l’invasione anglo-americana dell’Iraq in cui combatteva gli statunitensi al fianco di Abu Musaib al-Zarqawi, leader di al-Qaeda in Mesopotamia. (Analisi Difesa)