Fattore-campo, anzi pista: Martin e l'aiutino di Barcellona
Tra i fattori più trascurati nell'orgia commentatoria della domenica catalana che ha fruttato a Jorge Martin il titolo della MotoGP c'è stato (anzi, NON c'è stato) il fattore-campo: Barcellona al posto di Valencia, il Circuit de Catalunya al posto del Ricardo Tormo, un autodromo per così dire old style e un kartodromo "gonfiato". A pensarci bene infatti lo spostamento forzato del "rematch" tra il neocampione e Francesco Bagnaia a causa della DANA che ha colpito la sede originale ha permesso a Jorge di blindare ulteriormente e mettere in cassaforte il suo primo titolo nella premier class. (Sport Mediaset)
La notizia riportata su altre testate
Lo fa nell'ultimo appuntamento della stagione a Barcellona, nonostante il weekend perfetto con l'undicesima vittoria dell'azzurro in sella alla Ducati Lenovo (eguagliato Valentino Rossi nel 2002 e 2005). (Corriere TV)
Due ragazzi con un cuore grande così, capaci di compiere gesti d’eccezione in rapidissima sequenza, con il rischio di farsi male, di cadere, di buttar giù, insieme alla moto, una parte sensibilissima del loro destino. (Corriere della Sera)
La tattica di Bagnaia. Avrebbe potuto provare a compattare il gruppo, invece a preferito sfruttare la sua superiorità per dimostrare di essere il più veloce; Il titolo mondiale ancora in gioco. Ha inevitabilmente condizionato la gara di Martin. (Moto.it)
Non solo, seppur al suo undicesimo trionfo stagionale (prima di lui solo Giacomo Agostini, Mick Doohan, Valentino Rossi e Marc Marquez erano riusciti nell'impresa) e vincitore di fatto dell'ultimo Gran Premio della stagione, "non ha voluto rubare la scena" a Jorge Martin (come ha dichiarato nel parco chiuso). (Moto.it)
In testa dall’inizio. Ma il Doc ha vinto 9 titol… (la Repubblica)
Giovedì a Barcellona, dopo la conferenza stampa dei piloti, a Bagnaia è stato chiesto di scrivere su un foglio cosa avrebbe dovuto fare il suo rivale Jorge Martin nel caso in cui avesse vinto il Mondiale. (Corriere della Sera)