QUEER: il sogno (poco) lucido di Luca Guadagnino | Recensione

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Appena arriva nel Concorso del Festival di Venezia, Guadagnino cattura immediatamente l’attenzione. Come? Il suo film Queer, al centro di questa recensione e tratto dal racconto di uno degli scrittori americani più influenti del XX secolo, William S. Burroughs nonché figura chiave della Beat Generation insieme a Jack Kerouac e Allen Ginsberg, era destinato a far discutere sin dal suo annuncio. Il progetto, accompagnato da un cast che vede Daniel Craig nei panni del protagonista Lee, ha immediatamente attirato l’interesse di fan e critici, grazie anche alla promessa di portare sullo schermo una storia omosessuale visivamente audace e scandalosa, tra droga, sesso e visioni oniriche. (Orgoglionerd)

Se ne è parlato anche su altri giornali

È il 1950. William Lee è un americano sulla soglia dei cinquanta espatriato a Città del Messico. Con Queer Luca Guadagnino tenta un’impresa al limite dell’impossibile, quella di ridurre in immagini il cut-up lisergico di William S. Burroughs; ne viene fuori un’opera attenta, misurata ma che non sempre riesce a scavare in profondità, nonostante un grande lavoro produttivo nell’utilizzo delle scenografie. (quinlan.it)

Si vedono molte scene erotiche omosex, quasi coreografie in cui i corpi s’intrecciano fino a fondersi. Emozioni forti e applausi alla Mostra con Queer, il film diretto da Luca Guadagnino e interpretato da Daniel Craig (ilmessaggero.it)

Che il regista Luca Guadagnino in America fosse il nostro orgoglio era risaputo, ma che fosse anche in grado. di cambiare l'immagine di James Bond in un omosessuale ci ha lasciato di stucco. Sì, ci ha stupiti, ma ancora una volta inorgogliti. (Liberoquotidiano.it)

di Fulvia Caprara, video di Nicola Roumeliotis È il grande giorno per Luca Guadagnino, che presenta il suo attesissimo film Queer, tratto dall'omonimo romanzo di William S. Burroughs. Guadagnino, un regista molto amato, ha spiegato di voler rendere omaggio al celebre scrittore attraverso questo progetto. (La Stampa)

Ma per raccontare la genesi del film, Guadagnino guarda al passato: «Ho letto il libro di William Burroughs quando avevo 17 anni, a Palermo, ero un ragazzo megalomane che voleva costruire mondi col cinema. (il manifesto)

Forse uno dei film più attesi di questa Mostra del cinema, Queer è anche l'opera più ambiziosa e per certi versi rischiosa di Luca Guadagnino: dopo Call Me By Your Name, Bones and All e il più recente Challengers, il regista torna al Lido con l'adattamento cinematografico del romanzo di William S. Burroughs, che porta lo stesso titolo. (Vogue Italia)