Zuckerberg ha atteso la fine della presidenza Biden per rivelare i suoi tormenti. Cos’è il Genio?

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Il Fatto Quotidiano ESTERI

Mark Zuckerberg, notoriamente indigente e privo delle risorse indispensabili per tutelarsi in sede legale, si è fatto coraggio. Dopo quasi tre anni, forse consigliato da uno di quegli avvocati la cui “prima consulenza è gratuita”, ha deciso di rompere gli indugi e di denunciare coram populo l’Amministrazione Biden. Lo staff di “Sleepy Joe”, e chissà quanti grand commis asserviti a Mister President, avrebbero fatto pesanti pressioni sul proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp per assicurarsi l’esercizio di una pesante censura su contenuti relativi alla drammatica pandemia di Coronavirus e all’inchiesta sul figlio del presidente, Hunter Biden (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri media

Recentemente è emerso che Meta, l’azienda proprietaria di Facebook e Instagram, è stata oggetto di pressioni da parte dell’amministrazione Biden durante la pandemia di COVID-19. Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha rivelato che la Casa Bianca avrebbe insistito affinché la società adottasse misure più severe per censurare e controllare i contenuti legati al virus, inclusi quelli sui vaccini. (Radio Radio)

Ma non avrà sorpreso più di tanto i lettori più fedeli di Atlantico Quotidiano. E Atlantico è stato uno dei pochi a riportarlo puntualmente. (Nicola Porro)

Lo ha ammesso il ceo di Meta in una lettera inviata al repubblicano Jim Jordan, a capo del Comitato giudiziario della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Zuckerberg ha fatto riferimento a vere e proprie pressioni subite affinché, in piena pandemia di coronavirus, “censurasse alcuni contenuti relativi al Covid-19” condivisi su Facebook e Instagram (L'Opinione delle Libertà)

E ha aperto un ampio (Inside Over)

Continua l'eco delle rivelazioni boom di Mark Zuckerberg fondatore di Facebook sulle pressioni esercitate da Joe Biden ai tempi del covid. (Secolo d'Italia)

Adesso che c'è la confessione ufficiale di Mark Zuckerberg, possiamo dirlo: esisteva ed esiste una sorta di internazionale social(ista). (il Giornale)