Roberto Benigni e il sogno che unisce Marx, Berlinguer e la prima serata
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Roberto Benigni, l’artista toscano premio Oscar, torna in prima serata su Rai1 con uno spettacolo che, già dal titolo, evoca suggestioni lontane e vicine: Il Sogno. Un termine che, sebbene carico di significati universali, sembra quasi riannodare fili inaspettati, come quello che lega il “sogno di una cosa” di Karl Marx – il comunismo – alla sensibilità poetica di un uomo che, da decenni, riesce a trasformare la televisione in un palcoscenico di emozioni e riflessioni. Non è un caso che, prima di lui, un altro artista, Massimo Ranieri, avesse già portato in scena un Sogno e son desto, quasi a suggerire che il sogno, in tutte le sue declinazioni, sia un tema capace di attraversare epoche e generi.
Benigni, che ha saputo rendere impolitica la politica nei suoi spettacoli, torna a distanza di dieci anni dal trionfo televisivo de I dieci comandamenti. Questa volta, il suo Sogno si annuncia come un viaggio tra poesia, comicità e profondità, in cui l’artista toscano – amato da pubblico e critica, da Papa Francesco a Sergio Mattarella – si conferma un interprete unico, capace di parlare a tutti senza mai scadere nella banalità. Lo spettacolo, annunciato lo scorso febbraio durante il Festival di Sanremo, andrà in onda mercoledì 19 marzo alle 21.30, in diretta su Rai1, in Eurovisione, su Rai Radio 2 e in streaming su RaiPlay.
Il format, come spesso accade con Benigni, non si limita a intrattenere, ma invita a riflettere. Attraverso la sua capacità di mescolare comicità e poesia, l’attore guida il pubblico in un percorso che tocca i desideri più profondi, le speranze e le domande che da sempre accompagnano l’esistenza umana. Un’operazione che, sebbene apparentemente lontana dalle urgenze della cronaca, sembra quasi rispondere a un bisogno collettivo di ritrovare, attraverso l’arte, un senso di unità e condivisione.
La scelta di tornare in prima serata, in un momento storico complesso e frammentato, non è casuale. Benigni, che ha sempre evitato di schierarsi apertamente in ambito politico, riesce a parlare di temi universali senza scadere nella retorica, mantenendo uno sguardo leggero ma mai superficiale. Il suo Sogno non è solo un’occasione per ridere o commuoversi, ma anche per interrogarsi su ciò che davvero conta, in un’epoca in cui il futuro appare spesso incerto e sfuggente.
La partecipazione di Benigni al Festival di Sanremo, durante la serata del 14 febbraio, aveva già acceso l’attesa per questo evento televisivo. Carlo Conti, presentando l’artista, aveva sottolineato l’importanza del suo ritorno, definendolo un momento unico per la televisione italiana. E in effetti, il palinsesto Rai si arricchisce di un appuntamento che, al di là dei numeri d’ascolto, rappresenta un’occasione per riportare al centro l’arte e la cultura, in una forma accessibile ma mai banale.