Manovra in stallo per il canone Rai
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ROMA - La giornata di ieri in Senato è stata caratterizzata da forti tensioni all'interno della maggioranza, culminate con il rinvio del voto sul decreto fiscale, provvedimento strettamente collegato alla manovra economica. L'accordo raggiunto domenica sera a casa della premier Giorgia Meloni, che sembrava aver messo d'accordo tutti i leader, non ha retto alla prova del Parlamento. La Lega, infatti, si è presentata in commissione a Palazzo Madama con l'intenzione di non cedere sulla riduzione del canone Rai, provocando un nuovo stallo.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che il testo del decreto fiscale è tornato a Palazzo Chigi, costringendo il ministero dell'Economia a rifare i conti. La divisione sulla questione del canone Rai ha messo in luce le fragilità dell'accordo sulla manovra tra la premier Meloni e i suoi vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Nonostante il comunicato congiunto che annunciava l'intesa sulle proposte condivise da tutte le forze politiche della maggioranza, le tensioni sono riemerse in modo ineluttabile.
Forza Italia, dal canto suo, ha deciso di disertare il Consiglio dei Ministri, ritenendo divisiva la questione del canone Rai. La Lega, invece, considera doveroso mantenere la propria posizione, evidenziando così le divergenze all'interno della coalizione di governo. La cronaca della giornata ha dipinto un quadro di tensioni sotterranee e palesi, che hanno coinvolto vari fronti della maggioranza.
La questione del canone Rai continua a rappresentare un nodo cruciale nella definizione della manovra economica, con ripercussioni significative sui tempi e sui contenuti del decreto fiscale.