Spano ora accusa la “destra omofoba”. Ma ad abbatterlo è stata Report

Francesco Spano, ex Capo di Gabinetto di Alessandro Giuli, durato al suo posto il tempo di un “amen”, rompe il silenzio. Lo fa con Repubblica. Ma sbaglia mira: anziché prendersela con chi l’ha di fatto costretto alle dimissioni, ovvero le anticipazioni di Report, punta il dito contro “la destra omofoba” che stavolta, al netto di qualche mugugno dei pro-vita e un sms sguaiato in una chat di Fdi, non c’entra un fico secco (Nicola Porro)

Ne parlano anche altre testate

Il degrado del ministero della Cultura – istituzione che dovrebbe tutelare e promuovere il patrimonio del paese, in tutte le sue forme, nell’interesse pubblico – non l’abbiamo scoperto con l’ondata di dimissioni partita a febbraio con la «resa» del sottosegretario Sgarbi. (il manifesto)

E il sottosegretario Fazzolari chiarisce: stimo il ministro. Ma "Report" prepara nuovi "colpi" (Avvenire)

L'ex capo di gabinetto del ministero della Cultura a Repubblica: "Il contratto di mio marito non c'entra niente. Sono addolorato" Spano: “Sono finito in un tritacarne, mi sono dimesso per gli attacchi alla mia vita privata” (Dire)

Motivo dello scontro, le dimissioni di Francesco Spano, dirigente con cui aveva già lavorato al Maxxi e che aveva "promosso" capo di gabinetto del Mic dopo la cacciata di Francesco Gilioli, accusato di "tradimento" per aver essere andato a parlare del "caso Sangiuliano" con la Procura senza avvertire il neo ministro. (Today.it)

Quelli di FdI lo hanno definito pederasta, un termine orribile oltre che antico. Chi della comunità Lgbtq+ lo ha difeso?": l'ex parlamentare dem Paola Concia lo ha detto al Corriere della Sera puntando il dito contro la sinistra per non aver preso posizione sul caso di Francesco Spano, l'ex capo di gabinetto del ministero della Cultura che si è dimesso a 10 giorni dalla nomina. (Liberoquotidiano.it)

In realtà, a parte la foto della penosa ferita sulla fronte di Gennaro Sangiuliano procuratagli dalla mancata consigliera, e un po’ di pettegolezzi su mostre governative, gestione di musei, aquile tatuate sul petto del successore di Sangiuliano, Giuli, poco si è saputo che già non fosse stato ampiamente dragato da tutte le redazioni. (L'Eco di Bergamo)